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E’ il giorno di Don Bosco, Don Biuso commuove Taormina: “Quanta gioia, il mio ricordo per voi”

il direttore di TN24, Emanuele Cammaroto e don Enzo Biuso in una immagine del 30 settembre 2015

TAORMINA – Oggi, 31 gennaio, è una data particolare per la Città di Taormina. E’ la giornata della festa di Don Bosco, che riporta ai 104 anni di attività dei Salesiani in questa città. E’ la giornata simbolo di una straordinaria storia che qui si è conclusa 10 anni fa ma rimarrà scolpita per sempre nel cuore e nell’anima dei taorminesi con un patrimonio di esperienze da tramandare alle future generazioni.

Così scrive in questa occasione don Enzo Biuso, storico direttore dei Salesiani di Taormina: “Sto pensando a Don Bosco, di cui oggi 31 gennaio ricorre la Festa e vado col pensiero alle tante fatte nell’arco dei miei 67 anni di vita salesiana a San Gregorio, Randazzo, Messina, Catania-Barriera, Catania – Salette, Zafferana, Taormina , Pedara, Catania – Barriera. Quanta gioia, allegria e riconoscenza verso don Bosco e i Salesiani. A tutti coloro che amano Don Bosco auguro di mantenere riconoscenza, gioia, allegria. Se trovate una chiesa dove si fa festa andate e partecipate e pregate per le vostre famiglie e per i Salesiani. Io vi assicuro il mio ricordo nella Santa Messa che celebrerò qui stasera al “Sacro Cuore” di Barriera-Catania con la Comunità e i “giovani” oratoriani dei miei Anni ’70/’80”.

Don Bosco 1

Ai giovani di Taormina vogliamo consegnare le parole di don Biuso e poi queste righe. Le ha scritte il direttore di TN24, Emanuele Cammaroto il 30 settembre del 2015 nelle ore in cui si chiudevano per sempre le porte dell’Oratorio. Non è un articolo ma la riflessione di un ex allievo dei Salesiani.

“Taormina, 30 settembre 2015, dopo 104 anni oggi si chiudono le porte dell’Oratorio Salesiano di Taormina e questo scatto di ieri si consegna ai ricordi più cari. Così finisce una lunga e splendida storia. Quanti pensieri mentre da ex allievo andavo a salutare don Enzo e nell’ultimo abbraccio prima della sua partenza. Quanti ricordi nell’ultimo “viaggio” tra quei luoghi dell’infanzia che non apparterranno più ai giovani e presto diventeranno chissà cosa altro. Ho conosciuto e vissuto l’Oratorio da bambino scapestrato, lo vedo chiudere da uomo con i primi capelli bianchi. Tramonta un’era, rimangono i mille ricordi di tante partite di calcio al campetto, la messa domenicale a non potevi mancare altrimenti i preti ti avrebbero impedito di giocare a pallone, e poi la colonia estiva e la sala giochi con le tasche piene di monetine. Che ne sarà delle nuove generazioni non lo so e la vedo molto dura per loro. La tecnologia ruba ormai l’anima ai giovani e li allontana dalle emozioni del mondo reale. Di certo il volto freddo e virtuale del progresso non potrà mai farli crescere come siamo cresciuti noi. Non esisteva Internet, non c’era il telefonino e non esistevano nemmeno i social, ma avevamo gli occhi sognanti e la gioia nel cuore di chi voleva guardare in faccia la vita, incontrarla per strada e scoprirla nei vicoli, tra la gente. Erano tempi in cui all’Oratorio c’erano educatori che ci hanno insegnato i valori morali, l’essenza dei rapporti umani con le persone e il senso profondo delle cose. Scende il sipario su questa lunga e straordinaria storia ma la memoria vive e non morirà mai”.

Adesso – vogliamo aggiungere in conclusione – c’è un luogo che ha raccolto idealmente l’eredità gravosa di quella storia e rappresenta un prezioso punto di riferimento per la comunità e per i giovani di questo territorio ed è il Centro Parrocchiale di Taormina, voluto e realizzato con sacrificio e lungimiranza dall’attuale parroco della città, mons. padre Carmelo Lupò. Una struttura che, attraverso le sue attività pastorali e socio-ricreative, ha una forte valenza sociale e ci ricorda quanto sia importante avere un luogo del genere. E’ l’unico presidio attivo di aggregazione ed incontro per i bambini, ragazzi e ragazze in questo tempo in cui tutto cambia e anche Taormina sta affrontando profondi mutamenti. Educazione, ricreazione e formazione: è il senso autentico di una casa aperta a tutta la comunità dove possono trovare spazio, tempo e considerazione i sentimenti e i sogni dei cittadini del domani.

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