Il governo Meloni prova a far saltare la nomina di Luigi Di Maio ad inviato speciale dell’Unione Europea nel Golfo Persico che prevede un compenso di 12 mila euro al mese più immunità diplomatica e passaporto. La nomina, a quanto risulta, era stata proposta dall’ex premier Mario Draghi.
“Niente di personale, ma Luigi Di Maio non è la proposta del nostro governo, ma di quello precedente”. Antonio Tajani lo ripete da giorni in pubblico, ma lo ha fatto anche a Bruxelles dove si prenderà la decisione. L’ipotesi che il suo predecessore alla Farnesina sia nominato rappresentante speciale della Ue nel Golfo Persico – come riporta Il Foglio – proprio non va giù al ministro degli Esteri e vicepremier di Forza Italia. Oltre alle dichiarazioni però c’è un lavoro sotterraneo che sta andando avanti per fare in modo che l’ex capo del M5s salti. Il meccanismo, molto complesso, è pronto a mettersi in moto fra pochi giorni. E la posizione contraria di Tajani pone il governo Meloni davanti a un bivio: è meglio che l’Italia abbia un proprio rappresentante in un angolo del mondo strategico per la questione energetica purchessia oppure è meglio puntare su un uomo di un altro paese?