TAORMINA – Nella giornata politica delle parole al “miele” tra Cateno De Luca e Renato Schifani, che manda in frantumi tre anni di scontro totale e li catapulta verso una sintonia sempre più sorprendente, il leader di Sud chiama Nord lancia nuovi segnali sul futuro politico del suo movimento.
“…Preferisco la strategia alla tattica. Noi grazie alle Europee abbiamo sdoganato il nostro progetto in ambito nazionale. Siamo presenti nei sondaggi e manteniamo l’1% – 1,2%, una posizione di tutto rispetto che è fondamentalmente concentrata in Sicilia. La tattica ci porterebbe a fare un ragionamento molto semplice: trattare e alzare il prezzo, o con il centrosinistra, e fare un ragionamento per far perdere dei seggi al centrodestra, o blindarci con il centrodestra e far conquistare gli unici tre collegi uninominali, che sono Senato di Messina-Enna, conquistato da noi, Camera di Messina, conquistato da Francesco Gallo (Sud chiama Nord), SetteCannoli (Palermo), conquistato dai 5 Stelle, e quindi fare in questo caso un ragionamento per un’alleanza per blindare il risultato. Noi non la stiamo mettendo su questo piano, lavoriamo su una visione strategica di puntare su una visione di Sicilia e incidenza in ambito nazionale sui temi…”.
De Luca ha poi aggiunto: “…La prospettiva quale sarà? Non quella dell’isolamento. Non ci interessa presentarci da soli. Un primo dato è sicuro: entrare in una coalizione per poter incidere. Quale sarà? Lo abbiamo e lo ribadiamo: il 2025 sarà fondamentale per capire quali saranno i compagni di viaggio in un’ottica di buona amministrazione di cui siamo portatori…”.
De Luca, dunque, annuncia (anzi conferma) l’ingresso all’orizzonte di Sud chiama Nord in uno dei due poli. Al momento non si sbottona sul campo in cui ricadrà la scelta ma i dubbi sono pochi e la scelta praticamente fatta porta dritta al ritorno nel centrodestra che il sindaco di Taormina aveva lasciato nel 2017. Tutto il resto, lo si è detto, ruota (più o meno) attorno al chiacchierato patto tra De Luca e le sorelle Meloni ed in particolare all’interlocuzione con Arianna (la sorella della premier, ndr), con l’obiettivo ai piani alti di Fratelli d’Italia di portare Sud chiama Nord dentro al centrodestra per non rischiare di lasciarlo al centrosinistro, impegnato a sua volta nel disperato tentativo di mettere insieme le forze avversarie del governo.
A Palermo Sud chiama Nord rimarrà all’opposizione in questa legislatura ma senza più cannoni e barricate verso il centrodestra, adesso è la stagione del dialogo con Schifani, governatore ma anche esponente della prima linea nazionale di Forza Italia. A Roma il dialogo è più avanti e Fratelli d’Italia – così si dice – potrebbe pure rendere disponibile una posizione di sottosegretariato per provare a spingere De Luca a definire subito il patto con il centrodestra.
De Luca non mette limiti alla provvidenza (ipse dixit, altro messaggio lanciato oggi) e non ha fretta, gli esperti lo considerano già virtualmente nel centrodestra e, d’altronde, l’asse con Schifani lo ha tolto dall’isolamento post-Europee e, al netto di alcuni big che non si appassionano al suo rientro, c’è feeling politico già da tempo tra Scateno e Gaetano Galvagno e Marco Falcone, rispettivamente presidente dell’Ars (Fratelli d’Italia) ed europarlamentare (Forza Italia), entrambi esponenti di quella new era che avanza e potrebbe correre per la futura presidenza della Regione in alternativa ad un bis di Schifani.
Il timing dell’alleanza De Luca lo ha tracciato ribadendo che la decisione finale arriverà a fine 2025 per mano degli iscritti. Centrodestra o centrosinistra? Se fosse un borsino, oggi si potrebbe dire: al 99% centrodestra e all’1% centrosinistra.
Assai più interessante, in tutto questo discorso, è un altro punto: bisognerà capire come poi si svilupperà e si concretizzerà, nello specifico, il probabile ingresso di De Luca e Sud chiama Nord nel centrodestra. Il vero punto è questo. C’è l’intesa patriota con le sorelle Meloni e c’è l’asse forzista con Schifani: la casa è una, le porte sono due. “Non tutto è successo“, si potrebbe dire parafrasando il titolo del libro del parlamentare. Gli indizi di qualche altro coup de théâtre in vista sembrano già esserci. La seconda parte del piano deluchiano non è stata ancora svelata. Appuntamento al 2025…