TAORMINA – A Taormina prosegue il copione politico ormai consolidato che vede il sindaco Cateno De Luca di nuovo impegnato a fustigare su vari fronti i vari bersagli e dall’altra parte gli anti-De Luca di turno che, prima ancora di conoscere l’argomento, si scatenano (lapsus non casuale) contro il primo cittadino. Lui carica con i blitz, loro rispondono con le tastiere. Uno fa i blitz e gli altri si indaffarano a sfotterlo, lui li controsfotte e loro insistono. Il sindaco grida alla “caccia all’uomo”, i contestatori rispondono per le rime tacciandolo di “vittimismo”. E’ un botta e risposta senza tregua. “Sciacalli, è una caccia all’uomo contro di me, siete dei pezzi di me**a”, così è esploso De Luca giovedì sera in piazza IX Aprile.
Ma questo estenuante botta e risposta che sta assumendo le sembianze di una guerra paesana all’ultima “macumba” dove porterà? De Luca si è ripreso la scena per provare a recuperare terreno dopo il campanello d’allarme di giugno che a Taormina lo ha visto scendere dal 65% delle Comunali 2023 al 37% delle Europee 2024, ma anche perché poi da settembre ripartirà la lunga sfida verso le future Regionali a cominciare dalla resa dei conti con la sinistra per capire se vorranno davvero allearsi con De Luca in nome del comune desiderio di rivalsa contro il centrodestra o se le parti si fanculizzeranno in via definitiva. E il parlamentare di Fiumedinisi non può permettersi di arrivare allo sprint per le Regionali 2027 con una situazione che in termini di consenso nella città in cui governa non è la stessa di un anno fa. De Luca ha fatto e disfatto tutto da solo, perché dall’altra parte (politicamente) c’è il nulla, gioca una partita politica contro se stesso e la contesa si è spostata dal palazzo municipale alla piazza virtuale dove i vari anti-De Luca imbracciano la tastiera e si barricano col sacco a pelo e i pop-corn davanti al computer per commentare e contestare anche quando il leader di Sud chiama Nord viene colto da un attacco di diuresi. E d’altronde il sindaco “impertinente” si diverte a cercarsela, alza i toni, carica su tanti fronti, provoca con i suoi blitz, sgasa e sa perfettamente che in questo momento il nemico di De Luca a Taormina è De Luca stesso. Ha un’autostrada fatta di simpatie e antipatie da percorrere in modalità solitaria in una città volubile, umorale e ruffiana, dove la politica locale si è impiccata da sola, si è presa a colpi di bottiglia come il peggiore Tafazzi ed è spirata, in attesa di una Pasqua da Lazzaro che non si sa bene come, quando e con chi dovrebbe avvenire. La politica taorminese ha lasciato macerie e d’altronde è per questo ed è così che è arrivato De Luca.
L’interrogativo a questo punto è un altro: a Taormina si continuerà a pensare che la sola priorità sia “la guerra della macumba” tra deluchiani e antideluchiani o piuttosto bisognerebbe andare oltre questo scontro ossessivo e riflettere sul fatto piuttosto che non esiste un contrappeso in termini di confronto al governo cittadino? E’ un fatto grave ma si fa finta di niente.
Un esempio eloquente per capirsi: l’ordinanza sui rifiuti ha scatenato un vespaio. Ferro, fuoco e fiamme sui social, una guerra del 15-18 accompagnata poi da una calma piatta e da nessuna contestazione formale o anche solo abbozzata nelle sedi opportune, cioè al municipio. Un paradossale totale eppure vero.
Lasciamo perdere la politica, con le opposizioni che contesteranno l’ordinanza in autunno, cioè quando verrà modificata e non ci saranno più gli attuali orari da maratona notturna (come si dice in questi casi…la contestazione avverrà quando già il rito funebre sarà ampiamente concluso) ma c’è stata qualche associazione di categoria che si è recata al palazzo municipale per discuterne col sindaco e con l’Amministrazione? Nessuna, zero virgola zero. Non risulta niente. Per la serie: “Siamo indignati ma va benissimo così”. Un pò di chiacchiericcio nei bar, qualche minchiata con sano livore per sfogarsi sui social e su whatsapp e alla fine tutto passa.
Taormina non ha mai brillato per la sua capacità di fare associazionismo ma un tempo almeno riusciva ad avere delle realtà che in qualche modo si presentavano al Comune e provavano a sedersi e ad interloquire sui temi strategici. E oggi? Boh.
Vabbè, è agosto, siamo in piena stagione estiva e tutti adesso sono impegnati, hanno da pensare al lavoro, questo è ciò che si dirà con il solito paraculismo di frontiera che caratterizza Taormina. Qualcuno sostiene che nella Taormina dell’armiamoci e partite, tutto il bordello sulla questione del conferimento rifiuti si sia dissolto in una tacita resa perché poi ad un certo punto si palesa un certo timore nel confrontarsi con il sindaco. Sarà forse l’eco della centrifuga aperta da De Luca su bollette e morosità varie? A pensar male si fa peccato ma…