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De Luca all’Ars: “A Taormina ho fatto manovra tributi di 55 mln. Premiare comuni che aumentano la riscossione” (VIDEO)

TAORMINA – Cateno De Luca, nel suo intervento all’Assemblea Regionale sulla Legge di Stabilità è tornato sul tema del dissesto a Taormina e della riscossione dei tributi.

“Sul profilo della gestione economico-finanziaria – ha detto il sindaco di Taormina in Parlamento – sono state previste sin qui dal governo delle risorse per i comuni in dissesto e predissesto mentre per i comuni che fanno di tutto per evitare questa fase, non era stato previsto nulla. Il report a cui faccio riferimento è il problema della capacità di riscossione dei tributi, quelle che sono cioè le entrate fondamentali dei Comuni. Una difficoltà a riscuotere o magari la non volontà di prendere la responsabilità di riscuotere. A Taormina ho chiuso il dissesto, che ho ereditato, in 12 mesi e mezzo. La media dei tempi di chiusura del dissesto in Sicilia è di 3 mila 650 giorni. Mi sono preso la responsabilità di fare, nel luglio 2023, il “Salva Taormina” che ci ha portato ad una riscossione che ha consentito chiudere l’anno con il pagamento di tutti i debiti e con quasi 40 milioni di euro in cassa. Ho fatto una manovra sui tributi di 55 milioni di euro, che non era stata fatta dai miei predecessori. Mi sono preso la responsabilità nei confronti della mia comunità di fare un’azione forte, per come era giusto che si facesse”. “E allora abbiamo suggerito di mettere una premialità per i comuni che rispetto all’anno precedente aumentano la capacità di riscossione”, aggiunge De Luca.

“Qui non c’è solo il problema dell’accertamento – prosegue De Luca -. Se io accerto e non riscuoto paralizzo la spesa corrente dell’ente. E ora, finalmente, si va verso una misura importante che lancia un messaggio ai colleghi sindaci: non è pensabile che ciascuno di noi non si prenda la responsabilità di svolgere il proprio dovere sino in fondo. Ci sono difficoltà ma anche istituti come il baratto amministrativo che si può applicare che si può applicare lì dove ci sono famiglie che non sono nelle condizioni di poter pagare i tributi e che, rispetto alla loro disponibilità, essendo in disoccupazione, possono offrire il proprio tempo all’ente con quelle che sono attività socialmente utili. Ed è quello che abbiamo immaginato anche sulla norma per il contrasto alla povertà. Quando abbiamo detto che la carità a fondo perduto non è assolutamente un elemento edificante per chi la riceve e per chi la fa è un ragionamento per dare un senso alle risorse che noi destiniamo”.

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