HomeItalia - EsteriDa miliardario a muratore: "Giocavo con Ronaldo all'Inter, poi la droga"

Da miliardario a muratore: “Giocavo con Ronaldo all’Inter, poi la droga”

E’ diventato ricco, famoso, un calciatore professionista che è arrivato sino al prestigioso palcoscenico dello stadio San Siro di Milano, oggi il brusco risveglio da quel sogno e quell’ex calciatore di Serie A all’età di 49 anni fa il muratore.

“E’ stata tutta colpa di un infortunio. In quei momenti, se fai il calciatore hai donne in qualsiasi momento, in qualsiasi modo. Perché poi io sono un po’ figlio di m****tta”. Si racconta così, senza peli sulla lingua, l’ex terzino sinistro che sembrava un predestinato, approdato ai fasti di San Siro nel 2000 per volontà di un allenatore assai importante: Marcello Lippi. Che lo aveva voluto fortemente all’Inter. Ma poi le cose sono andate diversamente. Fabio Macellari è un personaggio, a suo modo. Un po’ James Dean, con quell’aspetto da attore maledetto, un po’ guascone. Ama raccontarsi e gli piace condividere la sua epopea. Forse non così insolita nel mondo del pallone, ma decisamente particolare anche per le aspettative che molti avevano su di lui. Che da miliardario idolo delle folle è passato a fare il cameriere, il boscaiolo, il fornaio e ora il muratore ad Amatrice. Dove lavora in cantiere per la ricostruzione del paese distrutto dal terremoto del 2016.

“Avere tante donne non mi bastava più”, ha detto l’ex calciatore in un’intervista a Fanpage. E lui è Fabio Macellari, ex giocatore dell’Inter, che in carriera ha vestito anche la maglia della Nazionale Under 21

Fino a 26 anni non aveva nemmeno mai fumato una sigaretta, poi è finito nel giro della cocaina e la parabola della vita da miliardario è cambiata. “La prima volta, a casa mia a Bologna. Dai, proviamo questa cosa. Tanto, mi sono detto, sono talmente forte che io posso farlo e domani smettere. Questo è l’errore che fanno tutti quanti”. Sì, perché da quel tunnel l’ex terzino dell’Inter è uscito solo anni dopo e con grande fatica. Dopo avere sprecato la sua opportunità per diventare un grande calciatore. Prima per il cambio di allenatore a Milano, dove con Tardelli al posto di Lippi venne relegato in panchina. E poi, una volta ceduto al Bologna, a causa di un infortunio che lo “consegnò” all’uso di droga. Sparito dai radar del calcio che conta, Macellari ha giocato a livello dilettantistico fino al 2006. Ma aveva già iniziato a fare altri lavori per campare. Anche se le spalle erano ben coperte. “Prima di entrare nel giro della cocaina avevo già dieci appartamenti. E quello che è rimasto è intestato a mio padre e a mia madre, ed è meglio così perché io ho le mani bucate. Non per la cocaina, è il mio rapporto con i soldi che è così. E in quel mondo trovavi gente che ti stava intorno per sfruttarti e basta”.

Oggi Macellari ha un impiego presso un’impresa edile e vive in provincia di Rieti insieme al figlio. Ha raccontato la sua storia del miliardario diventato un muratore per dare un monito ai giovani, una testimonianza di quanto sia importante il sacrificio e il rispetto dei valori sani della vita. Un messaggio da ascoltare affinché gli altri non ripetano i suoi errori.

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