TAORMINA – Avete presente la locuzione latina “errare humanum est, perseverare autem diabolicum” tradotta letteralmente significa “commettere errori è umano, ma perseverare (nell’errore) è diabolico”? Mai espressione fu più calzante di quello che sta avvenendo a Taormina e sullo smontaggio, pezzo per pezzo, in atto ai danni della sanità del territorio.
La Regione Siciliana ha deciso di chiudere a luglio la Cardiochirurgia Pediatrica e non vi è dubbio che questa sia una scelta folle, più semplicemente definire con un adeguato termine oxfordiano: una porcata. Va trovata una soluzione per garantire la prosecuzione delle attività di questo centro specialistico che ha salvato tante vite, specie quelle dei bambini, ed è chiaro che debba prevalere il diritto alla salute su altre logiche e altri interessi.
Ma anche adesso, come già in precedenza, stiamo assistendo ad una “crociata” monocolore, in cui da più parti si grida allo scippo (e di scippo si tratta) del Ccpm e si concentrano energie, appelli e iniziative su unico fronte, mentre nessuno si preoccupa seriamente di alzare un muro contro la chiusura e il depotenziamento degli altri reparti dell’ospedale di Taormina. Almeno quattro o cinque unità operative del San Vincenzo sono ridotte ai minimi storici, altre rischiano di vedersi arrivare addosso l’ennesima mazzata da qui a breve.
Dovrebbero comprenderlo soprattutto i politici, a partire da quelli che a Palermo si stanno dando un gran da fare in questi giorni per presentare mozioni, ordini del giorni e chi più ne ha più ne metta, per salvare il Ccpm. Non ci scandalizza questa frenesia, che si accompagna alla buona opportunità di conquistarsi qualche spazio mediatico sui giornali e sui vari siti, ma la battaglia va fatta a tutto campo. Salviamo il Ccpm Taormina, ma salviamo anche l’ospedale di Taormina con tutti i suoi reparti. Nessuno escluso. La vera partita da giocare è questa.
