HomeAttualità e Cronaca"Così mi hanno truffata": il racconto di una taorminese a TN24

“Così mi hanno truffata”: il racconto di una taorminese a TN24

TAORMINA – Vi abbiamo raccontato sul nostro giornale, TaorminaNews24, la pressione sempre più “bastarda” che viene esercitata sui cittadini di Taormina e dell’hinterland da soggetti senza scrupoli, autori di vari tentativi di truffe telefoniche.

Truffe sempre più articolate per ingannare soprattutto gli anziani ma anche persone più giovani. Purtroppo in alcuni casi le truffe di questi delinquenti si sono compiute e c’è chi ha perso delle somme di denaro, in qualche circostanza anche considerevole. Sulla vicenda sono in atto indagini da parte delle Forze dell’Ordine che stanno lavorando in modo attento e scrupoloso per fare luce sui fatti.

Nel frattempo ci ha contattato nella giornata odierna una donna di Taormina che purtroppo anche lei è rimasta vittima di una di queste truffe e ci ha raccontato la sua storia, testimoniando così non soltanto la beffa da lei subita ma anche la necessità per tutti di fare molta attenzione. Si tratta di una stimata operatrice del settore turistico di Taormina, di cui per ovvi motivi non riveleremo l’identità e che ha già denunciato l’episodio accaduto presso le autorità competenti.

Questa truffa si compie un giovedì pomeriggio di tre settimane fa, intorno alle ore 16. E’ a quell’ora che la signora riceve un messaggio su Whatsapp . “Mi è arrivato questo messaggio – spiega la donna a TN24 – e mi veniva fatto intendere che fosse uno dei miei figli. Ho pensato in quel momento che si trattasse di mia figlia. In pratica questa persona mi scriveva che le si era rotto il telefono e che aveva bisogno di comprarne uno nuovo, anche perchè in quello che si era danneggiato c’erano dei numeri che le servivano per motivi di lavoro. Mi veniva rappresentata l’esigenza di fare un versamento per poter consentire l’acquisto di un nuovo telefono. Mi sono convinta che fosse mia figlia, le circostanze mi hanno portato a questo convincimento e così ho creduto che fosse una situazione reale, non ho pensato che potesse trattarsi di un raggiro. Mi è stata chiesta una somma di 980 euro, indicandomi la carta da ricaricare con questo importo”.

“A quel punto – continua la vittima della tuffa – sono andata, la mattina seguente, a fare la ricarica. Nel frattempo, scambiando altri messaggi con questa “fantomatica” figlia, le avevo precisato che non ero in possesso in quel momento sulla mia carta della cifra richiesta e ho fatto sapere che le avrei fatto una ricarica da 400 euro. Sono andata in una tabaccheria senza riuscire ad effettuare l’operazione, e così anche in altre due. Mi veniva precisato che non era possibile effettuare questa operazione sulla carta in oggetto. Ho scritto nuovamente alla “presunta” figlia e lei mi ha scritto che c’erano altri esercizi in zona dove era possibile effettuare la ricarica. Alla fine sono riuscita a farla a Giardini Naxos. In quel preciso momento ero stata truffata ma non lo avevo ancora capito”.

“Il venerdì, nel tardo pomeriggio, alle ore 19 ho incontrato mia figlia e le ho chiesto se avesse comprato il nuovo telefono. Lei è caduta dalle nuvole e mi ha risposto che non mi aveva mai contattata per chiedermi una ricarica e non aveva rotto il suo telefono. Soltanto in quel momento ho realizzato di essere stata truffata”.

“Spero che questo mio racconto al vostro giornale online, che è molto seguito, possa servire ad altre persone per non farsi truffare come me. Invito gli altri a fare attenzione a questi soggetti che cercano in ogni modo di essere persuasivi e di confondere le loro vittime, aggiunge questa signora. Una importante testimonianza che abbiamo voluto mettere a disposizione dei nostri lettori affinché la consapevolezza collettiva di questi fatti possa consentire alla gente di difendersi da tali miserabili bastardate. Solo una cosa vogliamo rimproverare – si fa per dire – alla vittima di questa truffa, quando nel suo racconto aggiunge con grande dignità un “mi vergogno”. In una vicenda del genere a doversi vergognare sono soltanto i soggetti, miserabili, che si rendono autori di comportamenti così meschini.

La vittima di questo raggiro ha sporto denuncia e sul caso sta indagando la Polizia di Stato del Commissariato di Taormina. Non vogliamo aggiungere ulteriori dettagli sugli sviluppi della vicenda perché sono in corso delle indagini. Soltanto un dettaglio davvero significativo che si contestualizza nelle ore successive alla constatazione dell’avvenuta truffa. Il figlio della signora ha contattato, infatti, quel numero da cui erano partiti i messaggi inviati dal truffatore. Alla chiamata ha risposto una persona e sapete cosa ha affermato questo signore in questa breve conversazione? “E’ il mio lavoro”.

In conclusione rinnoviamo l’invito ai cittadini a fare grande attenzione a queste truffe. Cambiano le dinamiche ma il fine è sempre uno: il mascalzone di turno cerca una scusa per ottenere del denaro dalla vittima. Lo ripetiamo: è sempre bene chiedere nome e cognome dell’interlocutore e soprattutto è opportuno verificare il tutto contattando Carabinieri e Polizia di Stato.

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