Il destino della Cardiochirurgia Pediatrica di Taormina è appeso ad un filo. Nella tarda serata di domenica su TaorminaNews24 sono arrivate importanti novità, direttamente dalla presidenza della Regione Siciliana. Un piccolo passo incoraggiante che tiene aperta la vicenda e la cui importanza non va affatto sottovalutata.
Le parole del presidente Renato Schifani, con il suo post social sul nuovo polo pediatrico di Palermo, avevano fatto pensare ad un ulteriore colpo alle speranze di sopravvivenza del centro di Taormina. Sono giorni di forte (e comprensibile) preoccupazione per i genitori dei bambini ricoverati ed in cura al centro di Taormina. La speranza delle famiglie accompagna l’attesa per un verdetto definitivo sulla struttura specialistica gestita presso l’ospedale San Vincenzo dall’equipe del Bambino Gesù di Roma. Stavolta non ci saranno altre proroghe, è arrivato il momento della decisione finale: o si chiude e tutto finisce o si rimane e si va avanti, ancora qui. La terza via non ci sarà. Il confine è sottile, il bivio è appeso ad un filo.
Dal Ministero della Salute non sono arrivati segnali incoraggianti e non a caso nei giorni scorsi c’erano state le parole del parlamentare Francesco Ciancitto, parlamentare di Fratelli d’Italia che aveva dichiarato sul Ccpm: “Deve essere trasferito a Catania o a Messina”. Lo stesso Ciancitto aveva aggiunto: “Il futuro del centro cardiochirurgico pediatrico di Taormina è già tracciato, ora bisogna solo attuarlo”.
Ieri sera, come detto, si erano accese altre polemiche e si erano acuite le preoccupazioni sulla sorte del Ccpm. Il presidente Schifani ha così rassicurato il sindaco di Taormina, Cateno De Luca e in un contatto telefonico tra i due ha chiarito che nelle sue parole sul polo pediatrico a Palermo non vi erano riferimenti a dinamiche sul Ccpm.
Schifani, con una sua dichiarazione per TN24, ha chiarito che “il Polo Pediatrico non avrà Cardiochirurgia infantile, che a Palermo c’è già al Civico”. Il governatore ha voluto rimarcare che non si prospetterebbe la nascita di un’altra Cardiochirurgia Pediatrica che andrebbe a scontrarsi con la presenza in ambito regionale di quella a Taormina e che, di fatto, ne metterebbe ancor più in discussione la sopravvivenza.
Passo dopo passo si avvicina e anzi incombe l’atto finale di tutta questa vicenda. Palermo ha già la sua Cardiochirurgia Pediatrica, come ha correttamente ricordato e precisato Schifani. Ora la partita si gioca esclusivamente sulla Cardiochirurgia Pediatrica al servizio della Sicilia Orientale, che attualmente è quella di Taormina.
Facciamo un passo indietro e torniamo alle recenti parole di Ciancitto: “Il governo (a Roma, ndr) ha già tracciato una strada precisa, chiedendo che il centro venga allocato in uno dei seguenti ospedali, ovvero il Policlinico di Catania Gasper Roderico o l’ospedale Papardo di Messina“. L’esponente di Fratelli d’Italia aveva aggiunto: “L’azienda ospedaliera Policlinico Rodolico ha messo a disposizione locali adeguati e pronti per accogliere il centro. Se la macchina burocratica procede con celerità, in due mesi il trasferimento potrebbe essere completato senza difficoltà“.
E allora, con Messina che a meno di improbabili ribaltamenti della situazione sembra tagliati fuori dai giochi, la contesa per la Cardiochirurgia Pediatrica sembra adesso una sostanziale partita a due tra Taormina e Catania. Conferma definitiva a Taormina o trasferimento a Catania, non sembrano esserci all’orizzonte altri scenari.
Le possibilità che la Cardiochirurgia Pediatrica possa andare a Catania esistono. Nel capoluogo etneo spingono e vogliono farsi trovare pronti, è un dato di fatto. E’ un’ipotesi concreta. Ma qui, al netto delle determinazioni ministeriali che avranno una valenza evidentemente molto importante, la questione richiama tante dinamiche connesse ed una in particolare. Conterà anche la posizione del governo regionale, com’è giusto e doveroso che sia. E il contatto di ieri sera tra Schifani e De Luca, con un asse che ormai è un dato di fatto, può rappresentare un segnale incoraggiante, un passaggio politico da non sottovalutare e che va al di là di una semplice precisazione da parte del presidente.
Nessuno può azzardare previsioni certe in termini assoluti su come andrà a finire e non si possono escludere colpi di scena. Eppure una sensazione o una consapevolezza c’è. Lo diciamo noi un fattore, inconfessabile, che potrebbe avere la sua rilevanza e fare la differenza all’atto conclusivo di questa storia infinita. Già detto di Palermo, che ha già la sua Cardiochirurgia Pediatrica e che lì quindi il discorso è chiuso, bisognerà vedere quali equilibri politici prevarranno. Decodificando il tutto in modo ancora più semplice: Taormina non è un centro in “competizione” con il Civico di Palermo. Catania e una Cardiochirurgia Pediatrica gestita dal Policlinico di Catania porterebbero alla presenza in ambito regionale di una struttura che in termini territoriali, di posizione e di possibile bacino d’utenza nonché di visibilità, avrebbero un profilo molto diverso. Una postura nel complesso in grado di fare “ombra” al Civico di Palermo.
E’ chiaro che non si dovrebbe mai parlare e nemmeno pensare che possano esserci antagonismi quando si parla di sanità e di una rete che deve collegare tutte le sue espressioni sanitarie ed assistenziali e renderle complementari. A maggiore ragione perché qui stiamo parlando della vita dei bambini. Tuttavia poi si sa che, ovunque e non solo da queste parti, tra grandi città, tra le cosiddette città metropolitane, certe logiche di equilibri strategici e di sana competizione, sono sempre esistite. E sempre esisteranno. Le rivalità, forti e tangibili, tra territori non albergano soltanto nel mondo popolare del pallone, lo certifica la storia con tanti altri esempi su tematiche di alta rilevanza.
Meglio continuare ad avere una Cardiochirurgia infantile nella piccola Taormina o attivarne una nuova a Catania? A Palermo non lo ammetteranno mai, tuttavia molto probabilmente oggi non avrebbero il minimo dubbio sulla risposta. Ed ecco che Taormina è ancora in gioco. Lo spettro della chiusura non è tramontato e continua ad aleggiare sul destino del Ccpm ma c’è ancora vita per il centro pediatrico del San Vincenzo. Da questo momento ogni giorno può diventare quello decisivo. In una direzione o nell’altra.