Giorgia Meloni va negli Stati Uniti dal nuovo presidente Donald Trump e 48 ore dopo ecco il rilascio di Cecilia Sala, la reporter detenuta in Iran per motivazioni ascrivibili al capitolo di un ricatto. Così, piaccia o non piaccia, il primo ministro italiano firma la svolta e conferma che lei all’estero conta eccome. L’Italia in questo momento ha un premier che sulla scena internazionale si fa ascoltare e si fa valere. Bisogna avere l’onestà intellettuale di riconoscerlo, senza alcun pregiudizio e senza i soliti giochi di parte all’italiana.
Alle spalle di Meloni, in Fratelli d’Italia, non si intravedono luminari e sembra in verità di vedere una sostanziale carrellata di personaggi abbastanza inadeguati, più o meno in cerca d’autore e non all’altezza della situazione. Invece Meloni si dimostra a pieno titolo il personaggio politico del momento, oltre i confini nazionali.
L’Europa che prima aveva il suo punto di riferimento in Angela Merkel, la cancelliera di ferro che faceva il bello e cattivo tempo e che imponeva la sua linea anche all’Italia, ora è diventata un’Europa dove la Germania arranca e la Francia di Macron è messa peggio ancora e ha cambiato quattro governo in un anno. E allora ecco che sale in cattedrale Giorgia Meloni. Chi l’avrebbe mai detto o anche solo immaginato che Meloni avrebbe raccolto l’eredità di Merkel nel ruolo di figura carismatica nello scacchiere politico del Vecchio Continente.
La sinistra gliene ha detto di tutti i colori, e tra un pò racconterà che il rilascio di Sala è soltanto merito dell’intelligence. L’hanno ribattezzata “pesciarola” e l’hanno apostrofata con tutto il livore possibile e immaginabile, ancora adesso le critiche nei confronti della Meloni si sprecano sulla qualsiasi cosa e spesso va in scena un’avversione talmente strenua ed estremizzata da risultare un accanimento molto simile a quello che inscenato contro Silvio Berlusconi. Ma lei non si scompone, risponde colpo su colpo e nel frattempo all’estero tesse la tela e la trama dei suoi rapporti. Con abilità e scaltrezza.
In quell’Europa claudicante che non ha più punti di riferimento, ora è Giorgia Meloni a far sentire il suo peso, si è incuneata con autorevolezza tra le maglie di Bruxelles e guadagna terreno. Soprattutto la vicenda di Cecilia Sala certifica che Meloni ha acquisito un peso specifico non irrilevante. I capi di Stato la considerano un soggetto politico credibile e autorevole. E si è fatta ascoltare e valere con gli Stati Uniti, la prima potenza del mondo. Tanto più se parliamo di Trump, che non è uno che fa convenevoli a chilometro zero.
Dopo 20 giorni di detenzione, Cecilia Sala torna a casa e viene liberata due giorni dopo il viaggio di Meloni a casa Trump. Non può essere una casualità, è il segnale che qualcosa si è mosso ai più alti livelli e l’Iran ha mollato la presa. La reporter italiana, ricordiamo, non era detenuta in un Paese dove questa vicende finiscono a tarallucci e vino. Era in una cella di isolamento, dormiva per terra, con una luce puntata addosso ed era stata privata dei suoi occhiali. C’era poco da scherzare e l’Iran aveva anche richiesto il rilascio di un ingegnere detenuto in Italia con l’accusa di sospetti legami con il terrorismo, e per di più la cui estradizione è stata richiesta proprio dagli Usa. Un giallo internazionale in piena regola e una matassa molto intricata. Meloni non è andata in confusione, ha preso il primo aereo per l’America, ha capito che soltanto in quel modo avrebbe potuto sbloccare la storia. Ha fatto pressioni con lucidità e intelligenza, è stata incisiva e puntuale nei tempi e nei modi in cui ha affrontato il caso. Il risultato è una prova di forza e di caratura politica.
Si può essere, insomma, di destra o di sinistra, patteggiare per i partiti di sopra, sotto, davanti o dietro, ma la considerazione principale va oltre i colori dei partiti. La realtà di cui forse stasera si può essere un pò orgogliosi è che l’Italia oggi finalmente conta qualcosa agli occhi della comunità internazionale. Ed è un fatto senza dubbio positivo, che potrà avere la sua rilevanza strategica anche in futuro e in altri contesti, ben al di là del lieto fine per la giornalista di Chora Media.