Addio self check-in nelle case vacanza e negli immobili locati per finalità turistica. Stretta in arrivo sul fronte delle key-box e pulsantiere, utilizzate sempre più spesso nell’ambito delle locazioni brevi, per consentire ai turisti di procedere con il self check-in quando si arriva in un appartamento, senza la presenza fisica del gestore.
Con una nuova circolare il Ministero dell’Interno ha reso noto, e di riflesso anche chiarito, che l’identificazione da remoto automatizzata degli ospiti delle strutture ricettive non soddisfa i requisiti previsti dalla legge. Viene così esplicitato l’obbligo da parte dei gestori di dare alloggio esclusivamente a persone munite di documento d’identità e di comunicare le generalità degli ospiti alle questure territorialmente competenti, entro le 24 ore successive.
In particolar modo, sottolinea il Ministero dell’Interno, “alla luce della intensificazione del fenomeno delle locazioni brevi su tutto il territorio nazionale, legate ai numerosi eventi politici, culturali e religiosi in programmazione nel Paese”, anche in vista delle celebrazioni del Giubileo, che secondo le stime porterà in Italia 30-35 milioni di turisti, e “tenuto conto dell’evoluzione della difficile situazione internazionale, emerge la necessità di attuare stringenti misure finalizzate a prevenire rischi per l’ordine e la sicurezza pubblica in relazione all’eventuale alloggiamento di persone pericolose ero legate a organizzazioni criminali o terroristiche”.
Nella circolare si legge che “la gestione automatizzata del check-in e dell’ingresso nella struttura, senza identificazione de visu degli ospiti”, non esclude il rischio che “dopo l’invio dei documenti in via informatica, la struttura possa essere occupata da uno o più soggetti le cui generalità restano ignote alla Questura competente, comportando un potenziale pericolo perla sicurezza della collettività”. “Io credo che sia un modello da superare perché è molto critico anche in termini di rispetto della normativa che impone una effettività del riconoscimento della persona che poi accede al servizio alberghiero”, ha spiegato il ministro Matteo Piantedosi al termine di una riunione nella sede della Prefettura di Venezia dove ha annunciato anche l’arrivo di 120 nuovi agenti delle forze dell’ordine (e altri 130 a Verona). E ha ricordato che “ci sono episodi che testimoniano che viene utilizzato per eludere la completa applicazione della norma”.
Il Viminale manda, insomma, un segnale sulle procedure sinora espletate in una larga parte dei casi mediante documenti inviati via email o Whatsapp o inseriti su piattaforme online e proprietari e gestori che affittano i propri immobili senza nemmeno incontrare le persone che alloggiano nelle camere. Si va verso un principio di ineludibilità nella verifica in presenza della corrispondenza tra gli ospiti e i documenti di identità forniti per la registrazione.