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Caos videosorveglianza a Taormina, impianti di sicurezza ancora spenti: in corso una trattativa “a condizioni”

TAORMINA – Non si sblocca la vicenda della videosorveglianza spenta a Taormina. Gli impianti di controllo, necessari al monitoraggio del territorio e quindi a garantire la sicurezza della città sono ancora fuori servizio. Inattivo pure il ponte radio della Protezione Civile che serve Taormina con le comunicazioni per salvaguardare la popolazione nei casi di emergenza o di eventuali calamità naturali. Come rivelato da TN24 gli impianti risultano essere spenti ormai dal 2 febbraio scorso e il Comune di Taormina al momento non ha avuto ancora la possibilità di accedere ai locali dove si trovano le strumentazioni né quindi c’è stato modo di intervenire.

Sulla strada della casa municipale e sulla via del ripristino delle apparecchiature ci sarebbero “terzi” e adesso pure “quarti”. A quanto risulta il caso si fa sempre più ingarbugliato.

Gli sviluppi di queste ore sono anche questi clamorosi, o forse sarebbe meglio dire imbarazzanti. Il Comune di Taormina, in sostanza, vorrebbe effettuare le manutenzioni necessarie e prova a spingere per rimettere in attività gli impianti ma ad oggi si troverebbe a dover affrontare un ripristino che non può essere immediato ma “a condizione che”. Alla casa municipale, se intende riattivare i suoi impianti di videosorveglianza della Città di Taormina, sarebbero state poste delle condizioni ben precise che precluderebbero l’opportunità di una tempestività di intervento. E sin qui il Comune di Taormina le condizioni dei “quarti” (concordate con i “terzi”…?), a quanto risulta, non le avrebbe affatto gradite. Quindi condizioni (al momento) non accettate dal Comune. Magari poi una sintesi bonaria arriverà, ne siamo certi e non occorre l’Oracolo di Delfi per prevedere anche questo, ma alla mattinata di lunedì l’intesa non c’è e la videosorveglianza (come il ponte radio) è ancora out.

I fatti sono inequivocabili e la città assiste attonita e anche piuttosto confusa ai contorni di una storia pirandelliana, che si trascina con un incedere tanto grave quanto grottesco. Eppure proprio la gravità della vicenda sembra acclarata e conclamata, con tutti gli annessi e connessi del caso. E’ una storia dove quel che è accaduto sarebbe ben visibile anche ad un “cieco belgradese” (col dovuto rispetto). E tuttavia il Comune sin qui il corso dei fatti lo ha subito, poi in qualche modo lo ha registrato e ancora adesso continua a subire.

A Taormina un’interruzione di pubblico servizio può passare “in cavalleria”? Boh, così sembrerebbe. Un’interruzione di pubblico servizio in atto a Taormina dal 2 febbraio 2025 ad oggi, 11 marzo 2025, e che tra l’altro nega un servizio al Comune, alla Protezione Civile e al contempo fa mancare anche un importante supporto tecnico all’operato delle Forze di Polizia, è una cosa normale? E se – speriamo mai – nel frattempo si fosse verificato qualche grave episodio di cronaca (o avvenisse ancora adesso), uno di quei fatti in cui si rivela poi prezioso se non determinante l’apporto dell’attività di visione delle immagini di videosorveglianza da parte degli organi preposti? Amen.

Come mai il Comune di Taormina, in presenza ormai di fatti e atti, che sanciscono con chiarezza inequivocabile tutti i passaggi dell’accaduto, non procede – al di là della questione del ripristino – per accertare le eventuali responsabilità? Boh. Mistero della fede.

Intanto il sindaco Cateno De Luca rimane defilato. Il suo è un silenzio che fa rumore. Il sindaco – lo diciamo noi con estrema chiarezza e senza timore di smentita – ormai sa tutto. Conosce fatti, atti e virgole ma sin qui ha lasciato ad altri l’incombenza di risolvere il problema.

A noi che conosciamo molto bene il sindaco, meglio dei suoi colleghi di maggioranza taorminesi messi insieme e moltiplicati per due (lo diciamo ovviamente con affettuoso rispetto…) sembra quasi che in questa fase Cateno sia come un leone in gabbia, a disagio come un jazzista per le vie di Sanremo. L’imperatore furente che arringa nell’arena è costretto (possibile?) al ruolo del pianista bendato in un prato in fiori. Quasi impossibilitato a prendersi la scena e a ricominciare a suonare la sua musica a ritmi infernali. E’ il segno dei tempi e della metamorfosi oppure – malelingue a cui noi non crediamo – c’è qualche “X Factor”, forse esterno alla città, che frena o impedisce al “nuovo” De Luca di scatenarsi?

Fa riflettere anche questa strana storia della cesoia. L’abbiamo raccontata. Il sindaco, a quanto pare, ha smarrito la sua cesoia a Palermo e tuttavia, nei giorni successivi, una cesoia l’avrebbe usata qualcun altro a Taormina in un luogo dove ci sono strumentazioni sensibili che attengono la pubblica sicurezza. Ma la cesoia a Taormina la può usare soltanto il sindaco della città. Altri hanno titolo per autorizzarla? E poi altri esattamente chi? “Terzi”. Boh. Si defila anche l’esperto Massimo Brocato, che stamattina pare fosse distratto in altre priorità di “tutoraggio” agli assessori della Giunta. D’altronde essere tornati al palazzo dopo 20 anni esatti, di nuovo come esperto, ma stavolta elevato al rango di “sindaco ombra”, della città è una bella soddisfazione ed è pure una responsabilità.

Ma, come detto, è soprattutto il non interventismo del sindaco che fa un pò impressione. In fondo in una vicenda così grave c’è da difendere Taormina e i taorminesi. Accertare l’accaduto e stabilire se c’è stata un’interruzione di pubblico servizio, che è una cosa seria e sino a prova contraria non consentita a nessun cittadino. Poi ripristinare la videosorveglianza sarà un altro capitolo, che magari potrà avvenire domani o tra 10 minuti: ma è un’altra storia. Qui un servizio che attiene la sicurezza pubblica è interrotto da oltre un mese, dal 2 febbraio scorso: per quale motivo? Boh.

Questi sono i fatti di un giallo che non è più un giallo. Taormina subisce una situazione tanto grottesca quanto inaccettabile ma l’Amministrazione ad oggi non sembra appassionarsi al diritto o dovere di farsi valere e si limita a prendere nota del corso degli eventi in dolce modalità “Notaio Magalini”, tratta, oppone un (timido) no alle condizioni poste mentre la politica rimane in disparte, con la strategia e la speranza (o l’illusione) che tanto l’eco mediatico del caso sfumerà. E ci si affida alla speranza che si arrivi ad un punto di incontro, magari già a brevissimo, che noi siamo fiduciosi e quasi certi arriverà. Come dire, veniamoci incontro, ripristiniamo gli impianti e tutto finisce pacificamente. A tarallucci e vino.

E l’interruzione di pubblico servizio che ha creato un danno al Comune e alla Protezione Civile e anche un disagio alle Forze dell’Ordine ed esposto ad un rischio gli operatori economici che hanno delle attività sul territorio? Cose che possono accadere. Ci può stare. Dinamiche normali a Taormina, un luogo bello e magico dove, magari, puoi varcare il casello di Spisone, sognare nuovi mondi, poi svegliarti con Napoleone nel cuore e magari anche staccare impianti di pubblica sicurezza. L’importante ora è ripristinare, tutto il resto passerà. “X Factor”, abbiate pazienza e non fate troppo rumore. Come direbbe la buonanima di Troisi: credevo fosse un colpo di cesoia, era solo uno spiffero di vento. Peace & Love.

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