TAORMINA – “Il Social Housing e Casa Grandmont, bisogna fare una riflessione sull’importanza del sociale e della cultura per Taormina, pilastri imprescindibili di una comunità. E’ il momento di fare delle scelte e Casa Gradmont andrebbe inserita all’interno della rete museale”. Così, ad intervenire sul tema è Alessio Briguglio, esponente dell’assemblea di Progetto Ricostruzione Taormina.
“Il piano, ormai avviato dal Comune di Taormina, di trasformare Casa Grandmont in abitazioni popolari attraverso un progetto di Social Housing – spiega Briguglio a TN24 – ha sollevato preoccupazioni riguardo alla coerenza con il valore storico e culturale dell’edificio, nonostante l’innegabile valore sociale del progetto. Casa Grandmont, occorre premetterlo e ricordarlo, acquisita dal Comune di Taormina nel 1981 tramite una donazione vincolata del Cav. Carlo Zuccaro, è un bene di notevole importanza storica e culturale, se pur spesso dimenticato o sottovalutato dalla percezione popolare. Ora, il progetto di convertirla in abitazioni popolari, sebbene innegabilmente lodevole, rischia di non rispettare appieno le intenzioni originarie di preservare l’heritage culturale dell’edificio”.
“Pur sostenendo prima l’idea generale e poi il progetto taorminese di Social Housing, Casa Grandmont rischia di non essere la sede più adatta per lo scopo. Soprattutto considerando che l’inserimento prevederebbe solo quattro appartamenti, ininfluenti nell’ affrontare incisivamente il tema dello spopolamento del centro storico. Casa Grandmont dovrebbe essere utilizzata come sede museale o come contenitore della memoria storica, proprio sulla scorta della potente carica folkloristica della figura di cui la struttura porta il nome. Il luogo potrebbe diventare non solo un centro culturale, ma anche comunitario, offrendo spazi in cui poter valorizzare l’arte dell’uncinetto taorminese, che proprio da Lady Grandmont è stata influenzata”.
“Quindi, uno sviluppo in grado di offrire spazi vitali per incontri, apprendimento, espressione culturale, migliorando la qualità della vita urbana e promuovendo una maggiore coesione sociale e culturale. Un propellente ancora più efficace se lo si immagina inserito all’interno della tanto agognata rete museale del futuro, anche questa ancora del tutto assente dalla programmazione di questa amministrazione. Alla luce di questa considerazione e mantenendo la ferma volontà di sostenere un progetto di Social Housing nel territorio Taorminese, assume un ruolo chiave la visione futura della ormai ex scuola Vittorino da Feltre”.
“Sicuramente – conclude Briguglio – non si può pensare di svilire il ruolo sociale che questo edificio ha avuto trasformandolo in un parcheggio, come paventato da alcune indiscrezioni di stampa, piuttosto renderlo fulcro sociale della città, indicando parte di questa struttura come destinazione più adatta alla realizzazione di un progetto si Social Housing.
Un luogo che, al contrario di Casa Grandmont, potrebbe adeguatamente ospitare più appartamenti e rispondere meglio alle esigenze abitative rimanendo, allo stesso tempo, in prossimità del centro storico. L’inserimento di Casa Grandmont all’interno della rete museale, insieme alla trasformazione dell’ex scuola in un luogo di aggregazione sociale, con la realizzazione in questa struttura del progetto di Social Housing di cui Taormina ha bisogno, non solo preserverebbe il ruolo originario di questi luoghi, ma consentirebbe anche di esprimere al meglio le potenzialità degli stessi e le finalità per cui potrebbero essere sfruttati, con un ritrovato e rafforzato connubio fra sociale e cultura, entrambi pilastri imprescindibili di una comunità che possa definirsi tale”.