TAORMINA – Mentre i suoi oppositori politici paesani sono ormai evaporati o forse stanno ancora girando il remake della “Notte dei morti viventi”, l’estate a Taormina vede sempre più protagonista il sindaco Cateno De Luca, che infiamma lo scontro tra i suoi adulatori e i suoi contestatori. Dopo mesi di assenza dalla scena locale tra le varie campagne elettorali per il Senato e le Europee, e relative debacle, De Luca è tornato e si è ripreso la scena in città. Lo abbiamo detto e il trend è decisamente confermato, il primo cittadino sta catalizzando l’attenzione politica e mediatica in modo totale, rappresentando il detonatore ormai quotidiano di un’aspra contesa locale tra quelli che lo sostengono in maniera convinta e quelli che lo considerano da sempre un incubo.
Scateno sta sgasando a suon di blitz, controlli nelle spiagge ma soprattutto ha scelto la linea dura della tolleranza zero nella spinosa materia dei rifiuti, dove i big di Corso Umberto lo hanno sfidato apertamente infischiandosene di farsi applicare innocue sanzioni da 50 euro e lui ha risposto alle porte di Ferragosto con l’ordinanza che adesso prevede multe sino a diecimila euro e 30 giorni di sospensione dell’attività. Prima ancora, soprattutto, De Luca ha portato l’orario di conferimento della spazzatura in città all’una e trenta, con i mal di pancia latenti di commercianti e residenti chiamati a fare nottata per la differenziata. “Non si può pensare di far passeggiare i turisti tra i rifiuti, è una questione di decoro e pulizia, siamo a Taormina”, risponde il sindaco alle critiche e senza fare sconti neanche ad un cittadino che aveva provato a rappresentare i suoi problemi fisici.
Sui rifiuti De Luca se la prende con “i porci che sporcano la città” e va allo scontro con “gli zozzoni che non vogliono prendere esempio dai cittadini che rispettano le regole”.
Altrettanto ferrea, seppur colorata di provocatoria istrionicità, la linea scelta nel recente Ferragosto con il sindaco di Taormina che si è presentato alle 5.30 del mattino a Mazzeo e con il megafono è andato a dare personalmente la sveglia agli attendati: “Uscite, consegnatevi, siete circondati, arrendetevi”. Poi scintille con un gruppo di giovani (“finiamola di giocare, fate i seri, meno teoria e più pratica”) e la disposizione di “fare ronde ogni due ore”.
L’autunno potrebbe riportare d’attualità la “caccia” agli evasori, intanto in città e nella Rete hanno ribattezzato il sindaco in vari modi. C’è chi lo ha definito “lo sceriffo di Nottingham”, chi ha rievocato “il sindaco giustiziere della notte” e chi lo ha ribattezzato “il castigatore di Fiumedinisi” o “il nuovo Charles Bronson”. Dal piccone per demolire un chiosco alla cesoia contro i morosi sino al megafono per gli attendati di Ferragosto, De Luca torna al centro della ribalta taorminese che lo aveva visto finire ai margini per le sue frequenti assenze per altri impegni. Il sindaco soffia sul fuoco della discordia, riaccende la contesa social tra i suoi sostenitori e i suoi contestatori. I deluchiani parlano di “svolta” e “cambiamento”, “cose mai viste e mai fatte”, gli anti-deluchiani rispondono lamentando “offese alla città“, “bluff” e “vantaggi soltanto per chi è vicino all’Amministrazione”. “Spettacolarizza tutto per avere consensi”, “fa quello che gli altri non hanno avuto il coraggio di fare”: insomma si afferma tutto e il contrario di tutto. La polemica impera ed è un braccio di ferro ad oltranza, specie sui modi, plateali, dirompenti e fuori dagli schemi. E’ una discussione che a suo modo va avanti più o meno senza pause da prima ancora delle elezioni Comunali 2023 e che prosegue e si accentua adesso che De Luca ha riaperto la stagione dei blitz e dei provvedimenti energici.
Al di là di questa forte divisività, il vero tema sempre più dominante da rimarcare è che dall’altra parte c’è il nulla più totale, i suoi avversari abbaiano alla Luna, spolverano una tantum le tastiere degli smartphone e dei pc tra un post e qualche comunicato, tutto al più si animano per rancori personali ma non hanno la forza di opporsi politicamente in modo autorevole né di rappresentare un’alternativa credibile ai monologhi cateniani. Non c’è visione, non esiste progettualità e non si intravede uno straccio di contrappeso e contro-leadership. De Luca, indisturbato, arringa e carica, va di frusta e sembra quasi divertirsi a giocare al “gatto col topo” nell’affondare la lama nel burro di un panorama locale a tinte uniche, senza rivali né contraltare.
La storia, non le chiacchiere da bar, scriverà poi quale sarà l’effettivo giudizio e la valutazione complessiva della gente su questa legislatura. In una direzione o nell’altra, si vedrà. De Luca va avanti alla De Luca, si prepara a Taormina per i suoi futuri obiettivi e si sa già che presto o tardi riaccenderà i motori della sfida palermitana. Di certo la classe politica taorminese, nel frattempo, si è imbucata in un cul-de-sac ed è stata rasa al suolo, detonata dai suoi stessi sbagli, polverizzata col napalm. Ora è spettatrice in casa propria, relegata ai margini a farsi il sangue amaro, costretta a gufare le vicende altrui del palazzo e a prendere schiaffi mentre il sindaco straniero domina la scena a suon di blitz e ordinanze. Repetita iuvant: “Siete circondati, arrendetevi”.