La mozione di sfiducia delle opposizioni al presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, votata martedì scorso all’Ars e poi respinta dall’aula con 41 voti contrari e 26 a favore ha visto l’assenza di tre parlamentari della maggioranza: Alessandro De Leo (Forza Italia), Fabrizio Ferrara (FdI) e Carmelo Pace (Dc).
L’ASSENZA. Non è passata inosservata, in particolare, l’assenza di Alessandro De Leo, segretario della Commissione Ue all’Ars, esponente di Forza Italia e punto di riferimento del partito azzurro in provincia di Messina. Un’assenza definita “coraggiosa” dagli osservatori e sui social, dove non sono mancati commenti e reazioni: “Una dimostrazione di carattere e libertà”, “Non si è fatto condizionare”, “Un politico libero”. Così si è detto di De Leo, perché non è sfuggito che alla chiamata per il voto del 2 dicembre il parlamentare non ci fosse. Il deputato di FI non ha fatto mistero dei suoi malumori per le dinamiche che stanno caratterizzando la situazione politica a Palermo ed esigono un cambio di passo rispetto alle prospettive di questa legislatura e sulle risposte da dare ai siciliani e ai territori in una stagione travagliata, che può diventare un bivio per il futuro.
IL SEGNALE POLITICO. L’assenza in aula di Di Leo si è così tradotta in un segnale da parte del parlamentare. Un richiamo alla politica del fare e non agli equilibrismi di palazzo, ponendo l’accento sui paradossi e i controsensi di un panorama politico dove la confusione sembra regnare sovrana e non fa il bene dei siciliani. Un quadro scomposto dove ci sono i nodi irrisolti della maggioranza, l’opposizione che fa la sua parte e non manca neppure chi si mette nella “terra di mezzo” per cavalcare a fasi alterne l’onda di entrambe le posizioni.
FARE CHIAREZZA. Al netto dell’esito della mozione respinta dall’aula sulla sfiducia, la “prova dei numeri” andata in scena a Palazzo dei Normanni, non risolve i problemi dell’esecutivo Schifani ma soprattutto non basta – in vista della seconda parte della legislatura – ad imprimere una svolta propulsiva, di chiarezza in premessa e incisività operativa, sui temi dirimenti dell’azione di governo.
“LAVORI LAMPO E SCARSE INFORMAZIONI”. “In questi giorni all’ARS abbiamo assistito a passaggi politici confusi – spiega De Leo -. In questo clima non mancano comportamenti che alimentano dinamiche che meritano attenzione e non possono essere ignorate. Dalla Commissione Bilancio, riunitasi giovedì, continuano a mancare comunicazioni chiare, tra lavori lampo e scarse informazioni”.
“NO AD INTIMIDAZIONI”. “Nessuno può arrogarsi il diritto di ricorrere a modalità che mirano a intimidire. Il confronto politico può essere acceso, ma deve sempre rimanere rispettoso e libero da condizionamenti”.
“UOMO E POLITICO LIBERO”. Poi il monito finale del parlamentare messinese: “Da parte mia continuerò a parlare con chiarezza e a difendere ciò che ritengo giusto, da uomo e politico libero, come ho sempre dimostrato di essere”.


