“Anche questa volta abbiamo dimostrato che conta la qualità e non i numeri. Pochi ma buoni. La vera politica è visione, presenza, analisi, denuncia, protesta, proposta ed amministrazione“. Così Cateno De Luca commenta l’esito della discussione in aula, al Parlamento Siciliano sulla Manovra Quater, dove Sud chiama Nord (unitamente anche agli altri gruppi di minoranza, Pd e M5S) ha votato con la maggioranza.
“A volte bisogna capire la psicologia e la psicosi dell’aula”. E quello maturato nelle scorse ore a Palermo, al netto di una manovra che comunque è stata votata anche da Pd e 5 Stelle, è un voto che assume una valenza politica significativa ed, in particolare, sembra certificare, una volta di più, l’apertura della “nuova fase” anticipata dal sindaco di Taormina nella strategia del suo partito. Dal muro contro muro ad oltranza alle prove tecniche di un approccio condivisivo, dalla corsa solitaria all’ineludibile strada di un’alleanza da costruire. Un segnale a quel centrodestra destinato a diventare da qui ai prossimi anni la nuova casa politica di De Luca e ScN. “Si apre un fronte”, ha detto De Luca, che pare aver ormai accantonato l’idea di “sposare” la sinistra, ha realizzato che da quella parte la vocazione consolidata alla sconfitta rischiava di diventare il “bacio della morte” per Sud chiama Nord, e ora spinge decisamente nell’unica direzione possibile delle “seconde nozze” con il centrodestra. De Luca vuole uscire dall’isolamento in cui è finito ScN e, non a caso, ha parlato in aula di “quelli che possono essere campi da esplorare” – aggiungendo “e su questi ci trovate”, declinando così il ribaltamento in fieri della prospettiva.
Disgelo al Parlamento Siciliano e toni decisamente nuovi e concilianti, soprattutto, tra il sindaco di Taormina e il presidente della Regione, Renato Schifani, con l’incontro dei giorni scorsi che sembra rappresentare un punto di passaggio dallo scontro totale alla stagione del dialogo. De Luca ha capito, probabilmente, che per aprirsi un varco nel centrodestra il passaggio obbligato è quello di avviare un dialogo con Schifani. Altre vie sono troppe complesse e irte di ostacoli e nemici di vecchia data.
“Alla luce del contenuto del maxiemendamento presentato dalle opposizioni (Sud chiama Nord, Pd e M5S, ndr) – ha spiegato De Luca – preferisco fare le cose alla luce del sole, non mi sentirei moralmente apposto se questo provvedimento, che è frutto di 48 ore di lavori, di fronte invece ad un voto segreto. E allora Sud chiama Nord lo dice pubblicamente, rispetto all’atteggiamento che ha avuto il governo regionale. Le dinamiche di aula sono particolari ma ringrazio l’assessore all’Economia, Dagnino. Sarò un buon amministratore e un pessimo politico ma il presidente della Regione è un buon maestro e dal punto di vista politico potrà accompagnare l’assessore ad evitare di prendere qualche Maalox in più”.
“Abbiamo deciso di dare un voto favorevole alla manovra, ci abbiamo lavorato insieme (Scn e gli altri gruppi di minoranza Pd e M5S, ndr). Voglio dare atto della metodologia che abbiamo registrato da parte del presidente della Regione. Ora non gli posso dire “ologramma”, in questi giorni è rimasto in aula. In relazione anche al lavoro che è stato fatto, ci siamo ritrovati con un testo predisposto e le opposizioni hanno chiesto una revisione, che è stata accolta in una mediazione complessiva che il presidente ha saputo condurre e rendo atto a ciò. E’ ovvio che di fronte a questo lavoro, che ha portato alla condivisione di tutti, Sud chiama Nord lo dice alla luce del sole che ha deciso di votare favorevolmente a questa chiusura del provvedimento”.
“E voglio dire anche un’altra cosa importante – aggiunge De Luca -. Sulla gestione dell’emergenza idrica che il presidente ci ha sorpreso con effetti speciali. Ammettere in aula che qualcosa non ha funzionato, si aggancia alle nostre dichiarazioni, che avevamo fatto anche in modo acceso. Noi sindaci che siamo sul territorio ci rendiamo conto della grande opportunità che il governo ancora ha di utilizzare diversamente il contenuto dell’ordinanza 1084 del 17 maggio 2024. Ribadisco quello che ho detto a Schifani quando ci siamo incontrati per parlare di questa variazione di bilancio (nei colloqui avuti a Palazzo d’Orleans dai responsabili dei partiti di opposizione, ndr) e basta soltanto prestare attenzione e riferirsi all’investitura che il presidente ha avuto. Lui è il commissario delegato e il commissario delegato individua i soggetti attuatori. Rinnovo l’invito a modificare l’impostazione e nominare i sindaci soggetti attuatori e quindi imprimere una svolta sui progetti che si dovranno fare. I burocrati che interpretano in maniera restrittiva questa ordinanza non sono amici della Sicilia e neanche del presidente Schifani, che ha avuto il garbo di aprire la discussione. I commissari per l’emergenza idrica non hanno mai saputo osare, ora Schifani deve osare, la burocrazia glielo consente. La burocrazia tende a mettere piombo nelle ali e il presidente non lo deve consentire”.