Bernard Arnault non si ferma. Il magnate francese, proprietario di Lvmh, non ha intenzione di arrestare la grande corsa della sua multinazionale del lusso e in questi giorni ha effettuato altre mosse clamorose che rafforzano la posizione del gruppo e creano i presupposti per ampliarne gli orizzonti.
Secondo un articolo di Bloomberg Businessweek – come riportato dal portale Firstonline.info – “Arnault avrebbe acquistato una quota di Richemont”. “L’entità esatta della partecipazione non si conosce, ma stando alle indiscrezioni si tratterebbe di una “piccola quota e parte di un più ampio portafoglio di proprietà della famiglia Arnault di investimenti in società quotate in Borsa”. Arnault avrebbe così rilevato una quota del “colosso elvetico che controlla marchi come Cartier, Piaget, Baume & Mercier e Mont Blanc”. Ma c’è di più. Arnault, nel frattempo, ha annunciato ufficialmente l’acquisto di Swiza, la società svizzera che possiede L’Epée 1839, produttore di orologi di alta gamma. I suoi modelli vanno da orologi classici venduti a poche migliaia di franchi svizzeri fino a modelli più creativi il cui prezzo supera i 10.000 franchi svizzeri.
La vera sorpresa arriva, tuttavia, dalla nuova strategia di Arnault che ha deciso di andare oltre le attività nel lusso per lanciarsi anche nella ristorazione. Lvmh – come riporta FortuneItalia – ha annunciato l’acquisto di Chez l’Ami Louis, un bistrot di 100 anni fa che la società ha definito un “autentico gioiello parigino”. “Lvmh lavorerà per preservare il carattere unico e l’identità familiare del ristorante e continuerà a sostenere il suo savoir-faire e le sue competenze francesi”, ha dichiarato l’azienda del lusso in un comunicato stampa.
L’iniziativa coinciderebbe con una certa “spinta – ha rimarcato FortuneItalia – del conglomerato di proprietà di Arnault a diversificare le proprie attività al di fuori della vendita al dettaglio”. La holding del lusso, dopo aver investito sui grandi gruppi alberghieri di fascia alta Belmond (e Cheval Blanc), oltre ai suoi noti negozi di lusso, guarda adesso ad altre aree di business che offrono esperienze e la ristorazione potrebbe così diventare la nuova frontiera delle sfide di Lvmh. La strategia potrebbe essere messa in campo anche e soprattutto nelle località di riferimento dell’offerta di Louis Vuitton. E’ uno scenario da seguire con attenzione, che potrebbe anche riguardare Taormina, location di riferimento di Lvmh nelle attività nel Mezzogiorno italiano. Nella Perla dello Ionio il gruppo francese può vantare la proprietà di due hotel di lusso, Timeo e Villa Sant’Andrea, ha aperto nel 2022 il primo Louis Vuitton Cafè (con boutique Lvmh), con un investimento che va già in questa direzione, mentre prima ancora è stata avviata (nel 2021) una boutique Dior, e adesso è arrivato il momento di un punto vendita Loro Piana. Se Arnault dovesse decidere di puntare in termini significativi sul comparto della ristorazione potrebbero aprirsi scenari impensabili sinora e potrebbero così registrarsi novità in Italia e magari ulteriori investimenti a Taormina, stavolta per ampliare l’offerta nel settore dell’enogastronomia.
Una cosa è certa: se Arnault dovesse lanciarsi anche nella ristorazione la sua intenzione, a quanto pare, sarebbe quella di immaginare un format che, sulla falsa riga del bistrot parigino, tenga conto dell’identità del territorio. E d’altronde a Taormina è già stato realizzato un progetto in questa direzione con il Louis Vuitton Café by Timeo in Corso Umberto, che ha mixato e declinato in armonia l’eleganza e la raffinatezza di Lvmh con una forte impronta di tradizione siciliana.
