I centri storici si svuotano, Firenze non ci sta e lancia la stretta sugli affitti brevi, con un segnale che potrebbe aprire le porte ad un’analoga presa di posizione anche da parte di altre località – città d’arte e mete turistiche – che vivono la medesima condizione. Una riflessione dovrebbe farla, presto o tardi, anche Taormina, afflitta ormai da tempo da questo serio problema e che una direzione dovrebbe prenderla, perlomeno per salvare il salvabile ed evitare che tra qualche anno si renda necessario cercare i taorminesi in centro storico con un binocolo.
Sin qui a Taormina il Comune rivolge lo sguardo ad altri temi perché la “madre” di tutte le priorità sovrana è far girare veloce la giostra. E il Consiglio comunale – lo si è detto – tra una seduta al cloroformio e quattro chiacchiere da bar, ormai si limita a ratificare con devozione (anche trasversale) i vari comandamenti e desiderata del sindaco Cateno De Luca.
Nel frattempo in terra toscana – non senza polemiche – hanno deciso di approvare in Consiglio comunale un nuovo regolamento per gli affitti brevi. Così come già deliberato dalla locale Giunta, l’atto approvato a Firenze ora fissa un limite minimo di 28 mq per le civili abitazioni in cui poter svolgere attività di locazioni turistiche brevi, oltre all’istituzione di un Registro comunale, alla necessità di autorizzazioni valide 5 anni legate sia al proprietario che all’abitazione (decadono quindi in caso di compravendita), a sanzioni da 1000 a 10 mila euro per i titolari di attività fuori regola. Dal regolamento sono esclusi i casi di locazioni brevi di porzioni di unità immobiliari in cui il proprietario abiti ed abbia la residenza. Con l’atto approvato dal Consiglio viene confermato il blocco di nuove autorizzazioni (in area Unesco), con l’Amministrazione di Firenze che si riserva di modificare aree omogenee o introdurne di nuove, di introdurre ulteriori criteri e limiti. Ma contro il regolamento, come detto, vengono già annunciati ricorsi al Tar perché si sa che l’Italia è la terra delle liti e a Firenze va in scena quel che a Taormina è la regola su tutto. Litigare, dividersi e pontificare su tutto, con l’ateneo dei social che rende poi luminari anche i vari asini e paranoiati di turno.
Nel dettaglio queste le disposizioni stabilite a Firenze per gli affitti brevi.
MISURE MINIME E STANDARD QUALITATIVI DEGLI ALLOGGI. Gli alloggi da adibire a locazioni turistiche brevi per ottenere l’autorizzazione devono rispettare i parametri di dimensionamento definiti dal Regolamento Edilizio vigente e le superfici minime prescritte dalla normativa igienico sanitaria vigente. La misura minima ritenuta necessaria per accogliere coppie e famiglie in un alloggio qualitativamente decoroso è stata fissata in 28 mq.
LAVORO REGOLARE. Il Regolamento fissa controlli sulla regolarità dei contratti di lavoro per le attività di locazioni turistiche brevi, con la decadenza dell’autorizzazione in caso di violazione.
CONTROLLI E SANZIONI. L’attuazione delle disposizioni fissate dal Regolamento per le locazioni turistiche brevi sarà accompagnata da controlli effettuati da una task force dell’Amministrazione Comunale coordinata dal comando di Polizia Municipale. Per quanto riguarda le sanzioni relative agli articoli 6 (limitazioni relative agli immobili adibiti a locazione turistica breve) e all’articolo 7 (requisiti e standard qualitativi per lo svolgimento dell’attività di locazione turistica breve), le sanzioni andranno da 1000 a 10mila euro.
DECADENZA SE ALLOGGIO INATTIVO, MA NON IN CASO DI AFFITTO LUNGO
Tra i motivi di decadenza delle autorizzazioni per le locazioni turistiche brevi fissati dal nuovo Regolamento c’è anche la mancata attività per un periodo di 12 mesi; rispetto alla proposta di regolamento deliberata dalla Giunta, tuttavia, l’approvazione in Consiglio di un emendamento presentato dai gruppi di maggioranza – Pd, Avs-Ecolò, Sara Funaro Sindaca – esclude la decadenza nei casi in cui durante questo periodo l’alloggio venga affittato con contratti di locazione superiori ai trenta giorni.
NORME DI SICUREZZA. Il Regolamento approvato dal Consiglio recepisce anche le norme governative in materia di sicurezza degli alloggi utilizzati per le locazioni turistiche brevi, fissate nei mesi scorsi assieme all’obbligo di possesso e di esposizione del CIN: le unità immobiliari dovranno quindi essere dotate di dispositivi per la rilevazione di gas combustibili e del monossido di carbonio funzionanti, nonché di estintori da ubicare in posizioni accessibili e visibili, in particolare in prossimità degli accessi e in vicinanza delle aree di maggior pericolo e in ogni caso da installare ogni 200 metri quadrati.
NORME DI COMPORTAMENTO. Tra le novità l’obbligo di rendere disponibili, in ogni alloggio destinato a locazione turistica breve, istruzioni multilingue per la raccolta differenziata, con sacchetti e dispositivi per il corretto conferimento dei rifiuti, oltre ad un vademecum sul rispetto della quiete, sul mantenimento della pulizia e del decoro di scale, ascensori e androni, sul divieto di gettare sostanze inquinanti negli scarichi, sul corretto uso del trasporto pubblico, dei parcheggi e della Ztl, e più in generale sulle buone norme di comportamento “per una fruizione virtuosa e rispettosa della città”.
Il cambio di passo sulla questione parte, insomma, da Firenze e ora bisognerà vedere cosa faranno gli altri. A Taormina non è difficile immaginare uno scenario in cui o si continuerà a far finta di niente o magari salterà fuori qualche illuminata iniziativa in “modalità PUDM”, con il Comune che dispone, decide tutto motu proprio e se ne infischia di convocare le associazioni di settore.
Di certo c’è che Taormina si è ormai svuotata da un pezzo, spopolata in termini inesorabili con una impossibilità di trovare casa per chi cerca affitti annuali e con i prezzi che schizzano in alto come fossero caramelle e noccioline. I quasi 11 mila residenti di Taormina equivalgono ad un dato puramente buono per le statistiche. Reale nella forma, farlocco nei fatti, con molta gente che possiede gente ma li affitta per finalità turistiche o li abita poco e nulla. I residenti del luogo scompaiono del perimetro del salotto cittadino e il centro storico diventato “terra di conquista” per chi va a caccia di un immobile con l’obiettivo di piantare una bandierina a Taormina. Perché a Taormina si fanno i soldi, anzi i “picciuli” come direbbe un noto pacchista di fuori provincia, che considera il territorio alla stregua di una mucca da “mungere”.
E allora tanti saluti alla visione romantica della Taormina che fu e la tendenza del “fuori tutti” si va consolidando perché in molti si sono spostati altrove, nelle frazioni o in località differenti della zona. L’argomento meriterebbe una valutazione attenta. Non occorrono scienziati per comprendere che il centro storico sguarnito di taorminesi significa che tra 10,15 anni o comunque da qui a non molto, l’identità locale rimarrà un bel ricordo. Tra chi si trasferisce altrove e chi passa a miglior vita per anzianità, Taormina rischia di veder sparire le sue tradizioni e le sue peculiarità e sicuramente molte responsabilità sono del taorminese stesso. L’Archimede di turno dirà che il problema non nasce oggi e che i buoi sono già scappati dalla stalla: vero, verissimo, ma tutto poi è continuità. Servirebbe una sterzata per provare ad invertire la rotta e costruire le fondamenta di un’altra prospettiva. Tuttavia, ci si preoccupa, di altro o peggio ancora di fare invenzioni. Come il regolamento alla carlona sul PUDM (Piano Utilizzo Demanio Marittimo), deliberato “per ridare le spiagge ai taorminesi”, non sapendo o facendo finta di non sapere che i taorminesi da diversi anni qui non ci sono più e le locazioni turistiche hanno consegnato le chiavi del centro storico di Taormina ai forestieri. Tutto si è già compiuto da un bel pezzo e l’affitto residenziale non si trova nemmeno accendendo un cero ai Santi. Tu scendi dalle stelle, O Re del Palazzo.