Il governo Meloni cambia il Reddito di Cittadinanza e la riforma che sin qui è stata il “cavallo di battaglia” dei grillini diventerà “Mia”, Misura per l’inclusione attiva. Al netto del cambio di nome, in realtà cambieranno soprattutto gli importi che andranno ai percettori e le condizioni per ottenere il sussidio. Così, da settembre in poi, stando a quanto anticipato dal Corriere della Sera, si materializzerà una distinzione tra chi può lavorare e chi invece no. Con 375 euro al mese nel primo caso e 500 euro al mese nel secondo.
Tutti quelli che possono avere il sussidio saranno divisi in due categorie. Le famiglie senza persone occupabili prenderanno un importo più alto quindi, come detto 500 euro al mese, e il tutto durerà fino a un anno e mezzo. Le famiglie con persone occupabili invece potranno avere al massimo 375 euro al mese (contro le 500 attuali) ed al massimo per un anno. La nuova misura partirà da settembre visto che ad agosto scadono i sette mesi di proroga previsti per l’attuale Reddito di cittadinanza.
Modifiche all’orizzonte sul tetto Isee che sarà necessario per avere diritto al sussidio, che dovrebbe scendere a 7.200 euro dai 9.360 attuali. I potenziali beneficiari, in linea con quanto deciso con la manovra, verranno divisi in due platee: famiglie povere senza persone occupabili e famiglie con occupabili. Le prime sono quelle dove c’è almeno un minorenne o un anziano over 60 o un disabile. Le seconde quelle dove non ci sono queste situazioni ma almeno un soggetto tra 18 e 60 anni d’età.
In sostanza, gli occupabili (stimati in 300 mila nuclei monofamiliari più 100 mila nuclei con più membri), che beneficiano dell’attuale Reddito al massimo per 7 mesi nel 2023 e comunque non oltre il 31 dicembre, scaduta la prestazione potranno presentare la domanda per la Mia: che però, per loro, sarà meno generosa e avrà una durata inferiore rispetto al Reddito di cittadinanza e anche alla Mia di cui beneficeranno le famiglie senza persone occupabili.