TAORMINA – Il Comune di Taormina annuncia un’ulteriore stretta nell’urbanistica e stavolta i riflettori si sono accesi sui cambi di destinazione d’uso.
“Dall’inizio dell’anno – spiega il vicesindaco Antonio Lo Monaco – riceviamo la posta dei diversi titoli edilizi che vengono rilasciati a Taormina e risultano circa 200 titoli di attività edilizie. Gli uffici della ragioneria mi hanno detto, tuttavia, che su oneri di urbanizzazione e costi di costruzione non entrano tributi nelle casse del Comune di Taormina. Ho verificato che si rilasciano autorizzazioni con semplicità attraverso i decreti di semplificazione (Scia, Cila), per i quali basta una crocetta, su cambi di destinazione d’uso. Ad esempio, se ho un garage e faccio un appartamento, oppure ho un deposito e faccio altro. La legge prevede delle indicazioni ben precise se c’è un cambio di destinazione d’uso, che rappresenta un carico di urbanistico rilevante e si passa dalla classe C a A, da A a C o da C a D”.
“Abbiamo incrociato i dati con la Tax Tourist, il programma che riguarda i pagamenti dell’imposta di soggiorno e relativo elenco ufficiale di chi versa quindi le somme per questo balzello turistico – conclude Lo Monaco -. E abbiamo visto che in questa tabella c’è un migliaio circa di attività nuove dal punto di vista della Tari. Ad esempio case per ferie, case vacanza, affittacamere, b&b, locazioni brevi, ostelli, agriturismi. Tutte queste cose in quell’elenco Tari non appaiono, ci sono solo hotel con ristorante o senza, e bed & breakfast. Tutto il resto non c’è. Su 792 locazioni brevi, in quei luoghi c’è un cambio di destinazione d’uso dove prima si insediavano 2 persone e ora se ne insediano 6. In sostanza, vanno disciplinati i servizi, non basta dire che il turismo aumenta. Vanno aumentati ed evidenziati i servizi, non si può prescindere dalla qualità. Altrimenti poi manca l’acqua, scoppia la fognatura e manca l’energia elettrica. Tutte queste nuove categorie devono pagare per quello che producono”.
“Il Consiglio comunale in passato ha posto un vincolo ben preciso sulla variazione d’uso dei luoghi ma questo purtroppo non è accaduto. Oggi basta fare una Scia e si fa un cambio di destinazione d’uso e si passa da una categoria B1 (convitto, ricoveri, orfanotrofi e ospizi) a D2, alberghi. Questo significa portare, indisturbati, una bomba urbanistica in città. Perché non entrano soldi nelle casse del Comune? Quando si fa una variazione d’uso e si è ottenuta una licenza senza pagare nulla, non si può godere di un cambio di destinazione d’uso per fare un albergo, creando problemi perché in quella zona poi bisogna portare la fognatura, l’acqua, etc. Ci sono tanti, troppi, di questi casi, ora bisogna prendere provvedimenti e rimediare per garantire il rispetto della legge”.