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A Taormina interrotta la videosorveglianza! Ponte radio spento dal 2 febbraio. Sconvolgente verità

TAORMINA – La vicenda del ponte radio spento a Taormina, che abbiamo svelato e raccontato su TN24, sveste i panni del giallo e assume a tutti gli effetti i contorni di un terremoto. E’ arrivato il momento di dare ai lettori del nostro giornale aggiornamenti importanti e ben precisi, che attengono in termini inequivocabili un grave vulnus verificatosi in materia di sicurezza pubblica della Città di Taormina e di protezione dei cittadini e delle attività economiche del territorio. Un black-out sul quale – ecco la conferma – appare inspiegabile l’approccio passivo del Comune di Taormina che non voleva far emergere all’esterno il caso, ma soprattutto ha registrato sin qui i fatti limitandosi a subirne il corso degli eventi.

RICAPITOLIAMO. Per chi si fosse perso le puntate precedenti, il ponte radio della Protezione Civile di Taormina è fuori uso, il caso lo abbiamo denunciato pubblicamente invitando venerdì 7 marzo il Comune a fare chiarezza sull’accaduto e a spiegare cosa sia stato fatto (o non fatto) sinora per accertare l’origine del black-out e le eventuali responsabilità. E nello stesso pomeriggio, il consigliere Luca Manuli ha posto la questione in Consiglio comunale, con il sindaco Cateno De Luca che ha preferito non rispondere e ha lasciato l’incombenza all’assessore Antonio Lo Monaco. Il vicesindaco ha riferito che “bisogna vedere”, “se c’è un ripetitore o qualcosa che è stato staccato, da parte di terzi e non dal Comune“.

CHI HA USATO LA CESOIA? Ci siamo poi anche soffermati su un altro mistero: a quanto pare il sindaco De Luca avrebbe smarrito la sua cesoia Amazon, forse nel corso di un meeting a Palermo. E’ lui l’unico titolato a poterla usare a Taormina ma tuttavia, poco dopo, una cesoia pare proprio sia entrata in azione in città. Usata da qualcuno in un locale dove si trovano strumentazioni sensibili del Comune. Ma non è opera del Comune, che addirittura ora non avrebbe più la disponibilità di quegli stessi locali dove si trovano le apparecchiature.

PONTE SPENTO DAL 2 FEBBRAIO. E allora veniamo al dunque: il ponte radio della Protezione Civile di Taormina, che serve la città nei casi di emergenze è fuori uso. Non da ore e nemmeno da giorni, la storia è ancora più clamorosa perché si tratta di un black-out scattato sapete quando? Oltre un mese fa. Ebbene sì, esattamente dal 2 febbraio 2025. Da 36 giorni Taormina non dispone di un’apparecchiatura necessaria per le comunicazioni a salvaguardia della popolazione per allerta meteo, attività COC, rischio di terremoti e calamità naturali, etc.. E c’è di più.

UN BLACK-OUT ANCORA PIU’ GRAVE. Avevamo però posto un altro interrogativo: c’è stato un altro grave black-out di recente in città? La risposta, alla luce del silenzio incomprensibile, quasi imbarazzato, del Comune di Taormina, la diamo noi. Oltre al ponte radio spento il 2 febbraio, risulta essere stata interrotta in questo periodo anche la videosorveglianza del Comune. Un sistema di telecamere in uso al Comune e a suo tempo autorizzato dal Ministero, fondamentale anche per fornire le immagini alle Forze dell’Ordine a supporto delle attività di sicurezza sul territorio.

SUPPORTO ALLE FORZE DELL’ORDINE. Ricordiamoci che siamo nella Città del G7, un esempio e un modello per tutti, che ha fatto scuola al mondo nel 2017 e dove ogni giorno le forze di polizia – che hanno la nostra stima totale – svolgono sul territorio con grande impegno e puntuale dedizione il loro lavoro e meritano di essere messi nelle condizioni di svolgere il loro compito al meglio, con tutto il supporto necessario. La bontà del loro operato non può essere minimamente intaccata dai riflessi di criticità tecniche esterne connesse, come il prolungato non funzionamento della videosorveglianza. Problematiche che possono e devono essere evitate.

RIPRISTINO IMMEDIATO NEGATO. Al Comune di Taormina sin qui non è stata concessa la possibilità di procedere al ripristino delle strumentazioni in oggetto. Come mai non viene informata la città che si è materializzato qualche diniego da parte di “terzi” e adesso pure di “quarti”? Vogliamo dire che ci sono stati dei tentativi, da parte del Comune, andati a vuoto già un paio di settimane fa? Mettiamola così.

TERZI E QUARTI. Il Comune conosce i “terzi” e pure i “quarti” che ad oggi (domani poi è un’altra storia) non hanno acconsentito al ripristino immediato del ripristino dei sistemi in oggetto, subordinandone l’attività al vincolo di procedure autorizzative? A proposito, ma il Comune ha le sue autorizzazioni? Noi delle risposte siamo certi. Zero dubbi.

SUL FILO DEL RASOIO. Poi da qui a breve, forse brevissimo, tutto si risolverà magicamente ma il resto è storia e la gravità dei fatti è scolpita dentro la cornice di ciò che si è già compiuto. E a questo punto bisognerà vedere se il Comune farà i suoi passi in “zona Cesarini” rispetto a quello che si è verificato o se deciderà di sorvolare. Quando una vicenda è di dominio pubblico, si sa che i successivi sviluppi poi cominciano a diventare delicati e a correre sul filo del rasoio.

I FATTI. Ricapitolando: videosorveglianza della Città di Taormina interrotta, ponte radio della Protezione Civile spento, impossibilità – per il Comune (e per la Protezione Civile) di accesso immediato ai locali per il ripristino di impianti pubblici a tutt’ora non funzionanti. Impianti fuori uso dal 2 febbraio 2025 al 10 marzo 2025.

INTERRUZIONE DI PUBBLICO SERVIZIO. In definitiva c’è stata un’interruzione di pubblico servizio? Pare proprio di sì. E l’interruzione di pubblico servizio è consentita? No. Come detto il Comune dovrebbe spiegare come mai abbia tergiversato e non siano stati presi opportuni o dovuti provvedimenti.

DUCATO DI TAORMINA? Non occorre ricordare che Taormina è una città della Repubblica Italiana, e qui si applicano le leggi vigenti in Italia. Non siamo nel Ducato di Taormina, non ci sono eccezioni per abitanti o forestieri, e neppure Santi in Paradiso. Questo non è un posto dove chiunque può svegliarsi da Napoleone la mattina, varcare il casello di Spisone e magari immaginare di infischiarsene della legge e agire in modalità autonoma. Un pò come in quei film in cui i protagonisti si mettono davanti allo specchio, si caricano e si arrogano la facoltà dell’“ora impongo le mie regole” e poi “me ne vado a fare i bagni fuorisede al Donn’Anna“. Non funziona così.

DANNO E RISCHIO PER LA CITTA’. Allora la fase dei “si dice” e dei “bisogna vedere” è superata. Siamo oltre. Il Comune di Taormina ormai sa tutto. Sa che c’è stato non un semplice disagio ma un danno serio ai cittadini e agli operatori economici, ai quali è stata negata la funzionalità della videosorveglianza. Per qualche “capriccio”? Immaginiamoci se sinora fosse avvenuto qualche fatto increscioso di cronaca in città e a quale rischio la si espone. Le immagini della videosorveglianza necessarie in queste occasioni per individuare i colpevoli? Spiacenti, non disponibili. Per quale motivo? Boh.

LO SCHIAFFO E LO SMACCO. Lo schiaffo tocca in primis il Comune di Taormina. Ora chi amministra questa città dovrà decidere: agire con la fermezza che si richiederebbe oppure far finta di niente, accontentandosi di farsi autorizzare a ripristinare gli impianti. In tal caso si porterà a casa lo smacco – ora di dominio pubblico – sin qui inflitto alla Città di Taormina e ai taorminesi.

RVA E GLI UFFICI. Aggiungiamo che la Protezione Civile, con i suoi volontari di Radio Valle Alcantara (ai quali rinnoviamo la nostra vicinanza perché rappresentano una risorsa preziosa per la comunità) ha inviato una nota al Comune il 5 marzo scorso ma ben prima ha avuto interlocuzioni verbali in cui già rappresentava lo stato dell’arte. E non ci sono neppure margini per rimpallare il “cerino” anche agli uffici del Comune. Tutto si pone sul piano di una volontà o non volontà (politica?) dell’Amministrazione di affrontare il caso.

LA SCELTA CHE CREA IL PRECEDENTE. Vedo o non vedo? Procedo o non procedo? Il Comune scelga cosa fare (e che figura fare) ma soprattutto se creare un precedente, che equivarrebbe a far passare il messaggio agli occhi della gente che circostanze e/o condotte del genere in città potrebbero essere reiterate, anche da qualsiasi altro soggetto, perché ciò è consentito. Liberi tutti, altrimenti può valere il principio dei due pesi e due misure, le regole valgono per Tizio e non per Caio. Libera scelta, libero arbitrio, se dare ragione o torto ai malpensanti. In paese ormai corre la voce, antipatica, di una scelta consapevole dei vertici della casa municipale di volersi piegare al corso di questa storia e chiuderla con la postura passiva dell‘”amichevole preghiera” di poter fare a breve la manutenzione degli impianti, senza chiedere conto e ragione ai “terzi” dell’accaduto.

DURA LEX, SED LEX. A ribaltare l’inerzia della vicenda ci si aspetterebbe un sussulto e un colpo di reni del sindaco Cateno De Luca, che nei vari comuni amministrati non si è mai piegato a vicende del genere e ci ha sempre tenuto a dimostrare alla gente che lui, quando si tratta di difendere i cittadini e la cosa pubblica, non guarda mai in faccia nessuno. Sempre e comunque.

NESSUNO “GIOCHI” CON LA SICUREZZA. Il dado è tratto. Ci sono fatti e anche atti. Non c’è più nulla da capire, niente da interpretare. La gravità della vicenda non è più un punto di vista. La palla passa al sindaco (che è pure autorità comunale di Protezione civile) e all’esperto Massimo Brocato. A loro due (non all’assessore Lo Monaco) il carico pesante e ineludibile del dilemma finale e di una risposta dovuta ai taorminesi: a Taormina è consentito “giocare” con la sicurezza pubblica ed è permesso fare qualche prova muscolare sulla pelle dei cittadini? Sì oppure no? Delle due l’una. Tertium non datur.

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