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Santoro: “Numeri importanti nel polo turistico di Taormina ma dopo l’estate cosa accadrà?”

TAORMINA – “Stiamo vivendo un’estate anomala, dalla mancanza di personale, che non si trova, ma non è solo la Sicilia o la nostra penisola a soffrire, è un problema mondiale, dal dopo Covid-19 le persone sembrano aver acquisito la capacita di pensare e rivedere la propria vita in maniera diversa, e poi – diciamocelo pure – in tanti – soprattutto nelle regioni del Sud dove il lavoro stagionale la fa da padrone, si sono sentiti abbandonati. Oggi paghiamo le conseguenze di uno Stato e sindacati assenti, perché in molti hanno rivisto in quel periodo un’opportunità per riqualificarsi cercare altro e dati alla mano, cercato altrove nuove possibilità e posizioni”. Lo afferma il noto chef Giuseppe Santoro, presidente della Fip (Federazione Italiana Pizzaioli).

“Una recente indagine dell’Inps dice che nel mondo della ristorazione chi ci lavora il 64.5% e nella soglia di povertà. Ve ne siete accorti adesso? La situazione sulla nostra zona è anomala e stiamo vedendo una Taormina piena di turisti e di eventi che galoppa e pure bene, non ci sono solo stranieri ma anche italiani anche se poi domina il turismo di prossimità soprattutto nei weekend. Parlando con alcuni colleghi emerge che i numeri sono buoni, in alcuni casi si sfiora il 20/25% in più rispetto al dato del 2019 quindi l’ultima stagione pre-pandemia, mentre altri dati che arrivano dai gestori di lidi ci dicono che si lavora a metà durante la settimana con il pienone poi sabato e domenica. Ciò non basta per mantenere alcune strutture, le più grandi, che hanno costi elevati di gestione”.

“Altri dati ci dicono che naturalmente si sono persi i clienti russi ma non solo anche quelli ucraini, che nelle nostre zone erano oramai di casa. E’ inutile dire che di cinesi, che nel periodo antecedente alla pandemia, avevano scelto le nostre zone come tappa fissa l’Italia, non se ne vedono, o ne arrivano qui pochi. Naturalmente non è cosi per Giardini Naxos o Letojanni o zone limitrofe, dove si è sempre vissuto sempre all’ombra della Perla, al traino altrui. Oggi purtroppo anche altre realtà emergenti, grazie in qualche caso alla spinta di serie televisive importanti, sono state scoperte, sono divenute delle mete che fanno una concorrenza di rilievo e hanno una proposta qualitativa, così si dividono con noi la permanenza in Sicilia dei visitatori. Mi riferisco a Siracusa, Marzamemi, Noto, Modica, Agrigento, e non dimentichiamo Catania che sembra vivere una vita nuova con la sua movida e la storia della citta. Tutto e tutti si sono rivoluzionati: noi nel nostro territorio siamo fermi e siamo in mezzo a due “fuochi”, vuoi per la mancanza di competenze, vuoi per bilanci non andati in porto e ne paghiamo le conseguenze”.

“Adesso non si parla più di guerra, tuttavia mentre siamo a luglio, ad un mese e mezzo dalla fine di questa estate, è tornato il Covid con le nuove varianti, il booster per gli over 60 e già si pensa a cosa accadrà alla fine di settembre. C’è incertezza e nessuno di noi sa come andranno le cose. Siamo di nuovo alle solite, a pagarne le conseguenze ancora una volta saranno gli imprenditori, gli stagionali, con restrizioni che si vedono all’orizzonte, con aumenti su gas, luce, e materie di prima necessità, vedi farina, olio, acqua. Eh sì, è proprio un’estate anomala. Non ci resta che fare come le formiche, raccogliere il più possibile, perché ci aspetta un’autunno e inverno, come dice Draghi, di austerity”.

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