La guerra va avanti, altro che cessate il fuoco. Il massacro di Bucha è propellente allo stato puro sul conflitto in Ucraina e ora nessuno sa quando e come si potrà uscire da questa situazione che si fa sempre più complicata. L’Ucraina mostra al mondo l’orrore della propria gente massacrata e lasciata nelle strade, la Russia si rifugia nel solito negazionismo da “copione”, e nel frattempo l’Europa che fa?
Il 24 marzo scorso c’è stata la parata a Bruxelles, con il vertice Nato e poi il G7, alla presenza del presidente degli Stati Uniti, Joe Biden. Risultato? Non è cambiato niente, la guerra sta proseguendo, la gente muore e la diplomazia ha fallito in modo totale. La cosa peggiore è che l’Europa si è letteralmente imbucata in un vicolo cieco, andando dietro alle inutili minacce di Biden che si è affrettato a definire “macellaio” Putin e ad inasprire la contesa, mentre persino Erdogan si è preso la scena come pacifista della situazione, uno che in Turchia ha fatto cose simili al regimi di Putin e che soltanto una UE in confusione totale può incredibilmente elevare allo status di leader del fronte politico occidentale.
L’Europa si è messa a ruota degli Stati Uniti, che hanno tutto l’interesse ad esasperare i toni della contesa per dare un senso compiuto alla loro resa dei conti con la Russia. “Vi daremo noi il gas”, così Biden rassicura gli europei, peccato che poi nel caso dell’Italia le scorte promesse dal presidente americano equivarrebbero, nei fatti, ad un decimo di ciò di cui necessiterebbe il nostro Paese se venisse interrotta la fornitura di gas dalla Russia.
Ma c’è di più: Putin, a suon di censure e verità mistificate, sta facendo vedere ai russi quello che il regime confeziona ad arte e ad hoc e sta anche dando volutamente spazio alle sanzioni imposte dall’Europa alla Russia, così molta gente si sta convincendo davvero che l’Occidente sia diventato un nemico di Mosca e che il bersaglio non sia Putin e la sua guerra personale ma tutto il popolo russo. “Vi odiano e vi vogliono affamare”, è il messaggio di Putin alla sua gente. Si sperava, insomma, di scatenare una rivolta popolare contro lo Zar ma al netto di alcuni coraggiosi che stanno scendendo nelle piazze per dire no al conflitto in Ucraina, tanti altri sono ancora dalla parte del presidente russo, credono alle sue bugie ed è passato il messaggio distorto che questa sia diventata davvero una guerra tra l’Europa e la Russia.
L’Italia che poteva e doveva giocare un ruolo di primo piano nelle trattative per la pace, è finita nelle retrovie, nelle secondo o terze linee delle trattative, persino esclusa dal primo giro di consultazioni e dagli otto Paesi del tavolo iniziale per mediare la situazione.
Il massacro di Bucha adesso è un altro schiaffo al non decidere dell’Europa, al non sapere che fare e all’attendismo passivo filoamericano. Un interrogativo soltanto: ma questa guerra come la si vuole fermare? Con le minacce e le chiacchiere? Oppure con le sanzioni che non soltanto non stanno arginando Putin e stanno diventando benzina per la sua imprevedibile e sempre più pericolosa follia?