TAORMINA – Prosegue la protesta delle famiglie dei bambini in cura Cardiochirurgia Pediatrica di Taormina. Il coraggio e la speranza incrollabile che possa esserci una svolta in extremis, accompagnano la battaglia dei genitori che non si rassegnano alla prospettiva sempre più incombente del reparto gestito dal Bambino Gesù di Roma. Il 31 luglio scadrà l’ennesima proroga e non ce ne saranno altre. Poi chissà cosa accadrà. Forse arriverà la chiusura del centro pediatrico, oppure il trasferimento a Catania, mentre si affievoliscono le chance di una conferma della struttura al San Vincenzo di Taormina.
Le famiglie vanno avanti ad oltranza con il loro presidio permanente davanti all’ospedale. Con il dolore nel cuore si avvicina al bivio finale una vicenda che rasenta ormai l’assurdo perché ormai da un decennio si parla di una soluzione che poi non arriva mai. Il Ccpm sembra vicino al capolinea ma il momento di difficoltà non risparmia gli altri reparti di un ospedale che è scomodo perché fa ombra ad altre realtà, a partire dai nosocomi di Messina e Catania. Stretta nella morsa delle città metropolitane e di una sanità i cui destini passano dalla politica, Taormina fa i conti con una lunga sequenza di promesse che non si realizzano e in tanti casi diventano la beffa dell’opposto.
Così monta la rabbia delle famiglie che stamattina hanno posizionato davanti all’ospedale un sacco della spazzatura, con una serie di scritte. E’ il sacco delle parole al vento e delle promesse che sembrano risuonare nell’aria come spergiuri. Sono le tante dichiarazioni della politica che ad oggi non hanno avuto un seguito. E’ un campionario di rassicurazioni che imbarazza e sembra una sintesi plastica, amara e impietosa, di come (non) si affrontano in Italia le questioni che riguardano la salute e i bambini. Il fatto stesso che si possa misurare il destino di un reparto dove si curano i bambini sulla base di un insignificante decreto che si potrebbe e si dovrebbe smontare in 10 minuti, rende l’idea di come vanno le cose. La burocrazia viene prima del cuore.
“Aspettiamo che il sindaco venga qui e ci faccia la multa, venga a degnarci della sua presenza, non ad ascoltarci ma a far stabilizzare questo reparto”, dichiara Giusy, una delle mamme del Ccpm Taormina, che si rivolge ai politici: “Sicuramente avete lavorato in questo anno, ma non per noi. Si dica almeno che ciò che è stato promesso non può o non deve essere mantenuto. Siamo in Italia e in Italia funziona così. Le cose buone vengono chiuse e poi ci lamentiamo della malasanità. Ci si lamenta ma nessuno fa niente”. “Noi però siamo qui e rimaniamo qui. Non ci arrendiamo e lottiamo per i nostri diritti”.
E allora, alla fine, ritorna una domanda che da sola rende il senso di tutta questa vicenda: quanto vale la vita dei bambini? Farsi la domanda e darsi la risposta.