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Aucello: “Beni culturali a Taormina, storia di una porta chiusa. Il patrimonio esige rispetto”

TAORMINA – Progetto Ricostruzione Taormina interviene sulla situazione dei beni culturali a Taormina e non risparmia bordate alla casa municipale sulla gestione dei palazzi storici.

“Mentre l’Amministrazione si avvicina allo spegnimento della seconda candelina – afferma Elisa Aucello, esponente di PRT – mi chiedo: ma cosa è stato fatto in questi due anni per i beni culturali? Dietro a grandi proclami quello che la città continua a vedere sono porte chiuse. La porta chiusa di Palazzo Corvaja che, salvo eventi episodici, non è stato restituito alla città con una programmazione a lungo termine; la porta chiusa della Badia Vecchia che, amministrazione dopo amministrazione, è stata trattata come un peso e non come una risorsa e per finire la porta chiusa della Fondazione Mazzullo”.

“Per l’ennesima volta mi sono ritrovata di fronte ad un cancello chiuso, senza spiegazione alcuna. Non è possibile, infatti, fare affidamento sugli orari di apertura della Fondazione perché capita spessissimo di trovarla chiusa, specialmente di pomeriggio.  La situazione poi è ancora più complessa, perché le modifiche apportate allo statuto hanno lasciato la Fondazione in un limbo amministrativo che mal si coniuga con il suo valore. Dovremmo essere orgogliosi del patrimonio artistico della nostra città e invece continuiamo a non comprenderne le potenzialità. Palazzo Duchi di Santo Stefano viene usato troppo spesso come un contenitore per eventi e manifestazioni senza delle linee guida e senza tener conto delle specificità del luogo. In questo modo la Fondazione disattende completamente la sua mission e non si fa promotrice di conoscenza sulla vita e l’operato di un artista il cui valore è pienamente sottostimato“.

Ed è proprio alla luce di tutto questo che guardiamo con grande preoccupazione alla proposta di istituire una nuova Fondazione. Si promette che attraverso questa nuova struttura “cambierà tutto”, si parla genericamente di valorizzare i beni culturali, ma ancora una volta siamo davanti a slogan e promesse astratte”.

Nel progetto di costituzione della nuova Fondazione non esiste un vero piano di valorizzazione dei nostri beni culturali: nessuna strategia concreta, nessuna programmazione, nessuna garanzia. Solo formule generiche, senza un’analisi delle criticità esistenti e senza un’idea chiara di come intervenire davvero“.

La verità – conclude Aucello – è che non basta cambiare il contenitore se non si cambia la visione. Non basta creare una nuova Fondazione per risolvere problemi che derivano da anni di incuria, disattenzione e mancanza di progettualità. Servono idee chiare, rispetto per il patrimonio culturale, e soprattutto la volontà di restituirlo davvero alla comunità. Finché questo non accadrà, le porte resteranno chiuse”.

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