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Giallo nel giallo: scomparsa la cesoia del sindaco di Taormina. Colpo di scena rocambolesco, beffa clamorosa (VIDEO)

TAORMINA – I giorni della Quaresima regalano colpi di scena in successione a Taormina. Vi abbiamo rivelato su TN24 la strana storia del ponte radio della Protezione Civile che non funziona. Fuori uso, spento. Come mai? Boh. C’è stato un guasto? Pare di no. L’ha staccato qualcuno? Non è dato sapere. Il fatto è accaduto giorni fa ma al Comune l’hanno saputo solo “24 ore fa”. “Stiamo verificando”, forse è opera di “terzi”, ma “i terzi non sono il Comune“, ha fatto sapere l’assessore Antonio Lo Monaco, a cui il sindaco Cateno De Luca ha delegato la risposta pubblica.

E’ una storia, per alcuni versi, anche simpatica perché si tergiversa, si sposta il mirino, si cercano carte ed è come se in un bel film poliziesco il commissario cercasse l’estratto di nascita della vittima, anziché accertare se c’è stato un colpevole. Si triangola e si rimpalla, sembra quasi che si voglia giochicchiare, anche se qui la gravità del fatto è indubbia e ci sarebbe poco da scherzare: Taormina da giorni ha il suo ponte radio per le emergenze fuori uso e si fa fa finta di niente, come se il black-out sia stato frutto di una folata di vento o un colpo di tosse. E i malpensanti dicono che senza la notizia diffusa da TN24 e la nota della Protezione Civile, con il successivo intervento in Consiglio del consigliere Luca Manuli, forse al Comune non si sarebbe mossa una foglia. Aggiungiamo e ribadiamo: a Taormina pare ci sia stato di recente anche un altro black-out ad analoghi impianti pubblici. E’ così? Chissà.

Ma il giallo prosegue, è tutt’altro che risolto. Anzi c’è un giallo nel giallo. Il mistero si fa ancora più intricato. Ci siamo chiesti come mai non sia intervenuto in aula, e non soltanto lì, proprio il sindaco, che da sempre prende di petto questioni del genere. Figuriamoci se poi si parla di una storia in cui, stando alle parole di Lo Monaco, potrebbe prefigurarsi un eventuale caso di distacco per mano di “terzi”, che tradotto significa interruzione di pubblico servizio. “Chi ha mollato i pappafichi”, si chiederebbe un vecchio giallista di campagna.

E allora a Taormina ci si domanda come mai non interviene il sindaco, che da sempre in queste storie ci va a dama e si scatena di nome e di fatto. E’ il tempo della metamorfosi? E’ la stagione “misericordiosa”? Gira una clamorosa voce in città, non sappiamo se sia vera ma se fosse confermata spiegherebbe tante cose e – lo vogliamo sottolineare – c’è da essere solidali con il sindaco.

Ricordate la cesoia del sindaco? Quella ritirata da Amazon, con cui De Luca ha “infiammato” la prima, primissima, fase di legislatura a Taormina, con lo straordinario furore della caccia implacabile e senza tregua agli evasori taorminesi e ai vari “furbi” e “furbastri”. Ebbene sì: la cesoia, a quanto pare, sarebbe scomparsa. Non sappiamo se l’ha smarrita il sindaco o se gli è stata portata via, in tal caso si direbbe – in gergo taorminese, “per mano di terzi”. Non si conosce la dinamica esatta della sparizione. Tutto si sarebbe compiuto in un recente viaggio istituzionale a Palermo.

Si racconta che quella cesoia potrebbe essere scomparsa durante qualche meeting a cui ha partecipato il sindaco. Boh, chissà chi lo sa. Forse, si dice, nel corso di qualche riconciliazione, un pò figlia della metamorfosi del momento. Avete presente, ad esempio, quando capita nella vita che qualcuno possa dire delle cose brutte, antipatiche e ingenerose, per poi rimangiarsele come se nulla fosse accaduto? E’ come, sempre per puro esempio, se Tizio dicesse di Caio, “questo è un maiale”, “dovrà venire ai miei piedi”, “io conto più di lui”, e via discorrendo. Poi magari a Caio, che è uno che vola alto e non ha nessuna stima di Tizio, non se lo fila proprio e se ne frega pure di cosa pensa, un bel giorno arriva qualche amichevole telefonata di intermediazione a cui non si può dire di no e allora i due si riappacificano. Tizio cambia la musica e la addolcisce, dicendo di Caio che “è fantastico”, “faremo grandi cose insieme”, “è mio fratello”, “con me è carinissimo”. Ogni riferimento – chiariamolo – è puramente casuale ma sono, insomma, quelle storie della vita in cui i rapporti, veri o di facciata, si ribaltano e magari, mutevoli, si pongono sul piano inclinato di slanci affettuosi di cocktail di saliva all’italiana.

Ad ogni modo, non divaghiamo e torniamo al cuore della questione. A questo punto accade una cosa ancora più singolare. La cesoia di Cateno De Luca ad oggi non è più nelle sue mani. Però una cesoia a Taormina di recente sarebbe entrata in azione, addirittura usata per accedere a dei locali dove ci sono attrezzature del Comune. E il Comune ora addirittura non avrebbe più la disponibilità di quegli stessi locali. Com’è possibile? Una beffa incredibile, con una trama rocambolesca, se la storia fosse confermata. Uno schiaffo al Comune, agli amministratori e ai taorminesi.

Quindi, morale della favola: il sindaco smarrisce la sua cesoia Amazon. Poi, poco dopo, una cesoia sarebbe stata usata a Taormina per accedere a dei locali dove ci sono apparecchiature del Comune (strumentazioni sensibili) ma non per mano del Comune (“da terzi”). Casualità? Sembra una storia a metà tra i libri di Agatha Christie e i romanzi di Andrea Camilleri. La cesoia smarrita da De Luca sta diventando come l’intrigo del Commissario Lo Gatto. Forse la soluzione del giallo sta tutta nelle parole di Vito Ragusa. Vale per la cesoia e vale per il ponte radio. GUARDA IL VIDEO ALLA FINE DELL’ARTICOLO…

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