HomeTurismo & LifestyleOvertourism: Taormina dialoga ma non inseguirà Capri e Venezia

Overtourism: Taormina dialoga ma non inseguirà Capri e Venezia

TAORMINA – Le principali mete turistiche italiano provano a fare quadrato sulla questione dell’overtourism ma, al netto della volontà di muoversi con unità di intenti, emergono, inevitabilmente anche le differenze tra le varie località. Capri, Taormina e Venezia, tre mondi diversi e, in tal senso, Taormina dice no all’ipotesi del “numero chiuso” ma boccia anche l’eventualità dell’introduzione di una nuova tassa di ingresso, un balzello quindi supplementare, nelle giornate di maggiore afflusso turistico dell’anno.

Venezia sta applicando un “contributo d accesso” in 25 giornate dell’anno, e intende aumentarlo e passare dalle 5 euro attuali a 10 euro. A Taormina, fa sapere l’assessore al Turismo, Jonathan Sferra – che ha preso parte al recente meeting sul turismo a Capri alla presenza anche del consigliere Antonio Gullotta – “non ci saranno altri balzelli o rincari” e la situazione rimarrà invariata, cioè quella odierna che prevede la tassa di soggiorno nelle strutture ricettive, in vigore dal 2013, ed il ticket nei parcheggi comunali, come deliberato con relativo atto istitutivo dal Consiglio comunale nel 2006.

“Noi abbiamo già una tassa per le auto e i bus che arrivano a Taormina e sostano nei parcheggi e pagano una cifra considerevole – spiega Sferra a TN24 -. Un ticket, pertanto, è già presente. E nei giorni di maggiore afflusso, nelle festività, Taormina già incrementa pure il costo dei parcheggi. E’ già presente questo tipo azione e non occorrono altre tasse supplementari, anche per non gravare sulle tasche dei visitatori”. Taormina, insomma, non intende inseguire il “modello Venezia” e dice no ad ulteriori rincari nell’accesso dei visitatori alla città.

A Capri, nel frattempo, dopo il convegno organizzato dal comune di Capri sul problema dell’overtourism, si è acceso il dibattito, con le prime reazioni e le controproposte.

“Il gruppo di minoranza “Capri ai Capresi” – come riportato dall’Ansa e Capripress – in un documento pubblico ha sottolineato che: “le località turistiche sono diverse, Capri non è Positano, così come Positano non è Capri e quindi è impensabile disciplinare la materia nello stesso modo”. Ed infatti è stato sottolineato che “una regolamentazione per i flussi turistici in arrivo già esiste in un’ordinanza della Capitaneria di Porto di Napoli, datata 1999, attualmente in vigore, dove vengono distanziati gli orari di arrivi e partenze di navi e aliscafi, che approdano nel porto di Capri, con un intervallo di dieci minuti. A quell’epoca, venticinque anni fa, il numero dei passeggeri imbarcati rappresentava un quinto di quelli che oggi vengono trasportati, per cui bastavano dieci minuti – è stato sottolineato dal relatore Roberto Russo – con i numeri raddoppiati di circa cento tra aliscafi e navi i tempi dovrebbero essere distanziati di venti minuti tra un arrivo e l’altro sui moli”. Una misura per evitare il sovraffollamento, almeno a Marina Grande “poiché non è possibile – ha aggiunto Russo – che tante persone si ritrovano nello stesso luogo nello stesso momento. E su questo punto ci vorrebbe l’applicazione dell’ordinanza e rimodulare i tempi”.

E mentre Capri chiede al governo centrale più poteri, c’è pure il caso Anacapri, che rivendica un tavolo con pari dignità, “dove il più piccolo dei commercianti deve contare come il più importante tra gli albergatori”. Emergono, insomma, anche qui le differenze tra il turismo di Capri e quello di Anacapri. Anche l’istituzione dell’Area Marina Protetta vede le due amministrazioni campane distanti, mentre qui Taormina guarda con favore a questa prospettiva, come riferito di recente dalla Giunta del sindaco Cateno De Luca.

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