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Badia Vecchia e La Giara, il Comune di Taormina conferma la vendita al Parco

TAORMINA – Il Comune di Taormina conferma la volontà di dismettere Badia Vecchia e La Giara con relativa vendita al Parco archeologico di Naxos-Taormina. La casa municipale ha ribadito la sua posizione con apposita nota trasmessa all’ente regionale. La notizia è stata ufficializzata dal sindaco Cateno De Luca.

“Con il Parco Archeologico di Naxos lo scorso anno abbiamo invertito le posizioni e siamo arrivati finalmente a stabilire un corretto rapporto nelle vicende riguardanti sul Teatro Antico. Ora stiamo andando oltre. Il tema è chiaro: vogliamo restituire a Taormina la dignità dei servizi urbani che merita? Partiamo da questo interrogativo. Badia Vecchia e l’ex La Giara, come anche l’ufficio tributi, partendo dal presupposto che oggi le norme sulle sicurezza sono stringenti, sono un esempio della “sindrome del nobile in decadenza”. Noi abbiamo La Giara, siamo fieri di avere La Giara però poi non si sa quanto si dovrebbe spendere per renderla agibile e non si sa per fare che cosa. E poi abbiamo Badia Vecchia dove se andiamo a fare gli accertamenti sulla vulnerabilità sismica non si sa cosa può succedere. “Noi abbiamo”, ma abbiamo cosa? Ho anticipato un piano strategico di 150 milioni. Sfido chiunque ad immaginare un piano di finanziamenti pubblici di questa portata. Per alcuni ambiti amministrativi non ci sono finanziamenti, sono vietati dalla legge, perché vanno in tariffa. Quindi se ho un patrimonio che non mi consente di fare le cose elementari, dove vado? A quel punto faccio delle scelte e la scelta è che quei beni rimangano possibilmente nell’area pubblica. Ecco perché abbiamo iniziato un percorso con il Parco di Naxos. Ci è stata chiesta dal Parco Archeologico, in questi giorni, la conferma della nostra volontà di andare avanti su Badia Vecchia e La Giara e noi l’abbiamo confermata. C’è un problema tecnico e la permanenza a residuo di queste risorse nel bilancio del Parco può avvenire soltanto se c’è la conferma del nostro interesse. Ed è quello che abbiamo fatto. Non basta dire “non sono d’accordo”, dovete dire quali sono le alternative. “Non sono d’accordo” lo può dire il cittadino comune. Ma chi rappresenta il cittadino al municipio, con i ruoli che ha, non si può limitare al “Non sono d’accordo”. Bisogna avere la capacità di mettere sul tavolo un’alternativa e verifichiamo se sia attuabile o no. E’ così che si arriva ad una soluzione”.

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